Sono cinquanta le donne vittime di omicidio dall’inizio di questo 2022. Un numero che mette i brividi se consideriamo che almeno una ventina di queste sono state uccise in ambito familiare o affettivo, e almeno dieci di loro hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner.
La triste vicenda di Sonia Solinas, la donna di Dormelletto brutalmente uccisa dal suo fidanzato lo scorso 26 aprile, è purtroppo l’ennesima conferma che il femminicidio è una realtà concreta e in espansione. L’atrocità del femminicidio non offre risposte, al contrario lascia spazio a punti interrogativi destabilizzanti che il criminologo Francesco Esposito considera: «Sintomi di una malattia moderna, di una società che ha perduto la capacità di amare».
«L’ultima vicenda di Dormelletto non fa che confermare un triste dato – specifica il criminologo – ossia che il femminicidio nel nostro paese e nel mondo è un fenomeno in continuo aumento. Quando ci troviamo di fronte a certi dati la domanda è la stessa per tutti: perché mai una persona che fino al giorno prima ti diceva ti amo, arriva a ucciderti in modo, spesso, efferato? Rispondere con esattezza è ovviamente impossibile, ma quel che la criminologia ci insegna è che la natura dell’uomo predatore rimane spesso nascosta e sottotraccia. Inizialmente l’atteggiamento tipico non desta sospetti, anzi, l’opposto: l’uomo si presenta come perfetto, senza macchia. Purtroppo, con il passare del tempo gli atteggiamenti cambiano e la donna diventa un semplice oggetto. E quando la donna diventa un oggetto iniziano i problemi: il predatore è pronto a tutto pur di controllare e non perdere il proprio dominio. L’oggetto lo puoi torturare, ferire, spezzare in due, perché è solo un oggetto. L’uomo perde di vista la realtà e commette quello che purtroppo leggiamo nelle notizie di cronaca. La nostra è una società mordi e fuggi ormai, siamo abituati ad aver tutto e subito e questo sta modificando nettamente anche la fase del corteggiamento e dell’amore. Si stanno perdendo “frame” importantissimi del ventaglio affettivo di un uomo e le conseguenze le stiamo imparando a conoscere nella seziona cronaca nera dei giornali. Ovviamente non è un fenomeno esclusivo dell’uomo moderno, il femminicidio esiste da sempre, tuttavia i numeri non mentono: la modernità ha acuito certe dinamiche malate della popolazione maschile».
«Come si può combattere questa piaga della società moderna? – conclude Esposito – rieducando l’uomo, partendo dalle basi: l’amore, il rispetto e la capacità di accettare il rifiuto, così come la tutela della libertà del prossimo. Il femminicidio colpisce le donne di tutto il mondo industrializzato e non, di tutte la estrazioni sociali e culturali. Questo crimine è dappertutto, ci appartiene, per questo non possiamo più mettere la testa sotto la sabbia».