Ha ottantatre anni, per camminare si aiuta con un bastone, e non mancano gli acciacchi dell’età. Ma per i vicini di casa l’anziana pensionata era una maniaca del rumore e del disturbo, tanto da essere arrivata a minacciarli con un coltello e rendere loro la vita impossibile. Qualche mese fa hanno perfino deciso di trasferirsi da un’altra parte.
Una ordinaria vicenda di dissapori condominiali emersa in tribunale al processo contro L.P., una donna ultraottantenne abitante a Trecate ora accusata di molestie. Una delle vittime, che ha raccontato in aula anni di vessazioni, è una partente dei vicini di casa dell’anziana: «Andavo lì a curare la mia nipotina, durante la settimana. A un certo punto lei ha cominciato a lamentarsi dei rumori, diceva che davamo fastidio. Ma non era vero. Ero da sola in casa con una bambina piccola. Come faceva a sentire colpi, passi, urla. Impossibile. E’ diventata sempre più insistente e una volta si è presentata davanti alla porta e impugnava un coltello. Ero così agitata che non riuscivo nemmeno a chiamare la polizia: soffro di diabete e ho sofferto molto di ansia in quel periodo. Non passavo nemmeno l’aspirapolvere perché ero terrorizzata»
. Alle continue lamentele, la pensionata avrebbe aggiunto una lunga serie di epiteti: «La sentivo urlava dal suo appartamento. Diceva “schifosa”, “cagna”, “prostituta”. So che si era lamentata anche in giorni in cui eravamo fuori casa per qualche impegno, o gita famigliare. La situazione si è calmata per un po’ dopo la denuncia, ma poi tutto è tornato come prima. Ecco perché i miei famigliari hanno deciso di cambiare casa». Il legale delle vittime ha chiesto di aggravare il capo di imputazione, da molestie e stalking.
Dal canto suo l’imputata nega su tutta la linea: «Sono tutte bugie, una storia grottesca. Me ne hanno fatte di tutti i colori. E una volta mi hanno perfino messo le mani addosso».
Al processo sfilerà a testimoniare praticamente tutto il condominio.