Incastrati dalle impronte lasciate sulla borsa della negoziante rapinata oltre che su alcune fascette con cui la donna era stata legata. Una coppia di trasfertisti della rapina, A.L. e G.A. di 38 e 49 anni, provenienti dalla Campania, sono stati condannati in tribunale rispettivamente a 4 anni e 8 mesi di reclusione la prima, e 5 anni e 4 mesi il secondo, per l’assalto armato avvenuto diversi anni fa, il 15 maggio 2014, ai danni della gioielleria «Affari d’oro» di Galliate. Un terzo complice è morto per un incidente stradale nelle more dell’indagine. Accusati di rapina, lesioni e ricettazione dell’auto con cui erano arrivati al negozio, rubata a Trecate, i giudici hanno anche stabilito un risarcimento del danno per i titolari del compro oro, per un ammontare di 28 mila euro.
I due imputati sono stati identificati dai carabinieri a seguito di un complesso lavoro, sia con riconoscimenti fotografici, sia con accertamenti tecnici sul Dna, e poi accertamenti su tabulati telefonici e i passaggi in autostrada. Il giorno dei fatti, secondo gli investigatori, erano entrati nel negozio, fingendosi clienti, per poi aggredire la figlia del proprietario rimasta sola: «Non muoverti, stai zitta altrimenti ti ammazziamo. Non urlare». Le avevano poi legato mani e piedi con delle fascette ed erano scappati con gioielli e pietre preziose, per un totale di oltre 22 euro. Prima di andarsene avevano anche chiesto dov’era il registratore della videosorveglianza ma la vittima, per non perdere prove importanti, aveva fatto finta di svenire. Così loro, preoccupati del passare del tempo e del rischio che potesse arrivare qualcuno nel frattempo, erano scappati.