Adescamento via social a una 11enne novarese, messo comunale condannato a 8 mesi

Ex politico e all’epoca dei fatti messo comunale a Castano Primo, ha già alle spalle una sentenza di condanna in primo grado a 4 anni e 4 mesi per fatti simili

Tutto è partito nel marzo dello scorso anno, quando la trasmissione «Le Iene» aveva smascherato l’uomo nell’inviare messaggi e richieste sempre più esplicite, fino a diventare osè, a una bambina di undici anni. I giornalisti del programma avevano raccolto la denuncia di un tentativo di adescamento da parte della madre, poi formalizzata davanti alle forze dell’ordine. Lui, ex politico e all’epoca messo comunale a Castano Primo, era finito in carcere. Da quello denuncia si è poi scoperto che il dipendente pubblico aveva tenuto comportamenti analoghi anche nei confronti di altre ragazzine, e fra loro una studentessa novarese.

Processato con rito abbreviato per adescamento di minore, Pasquale B., 66 anni, residente nel paese del Milanese, è stato condannato in tribunale a Novara ad altri 8 mesi di reclusione. Ha già alle spalle una sentenza di condanna in primo grado a 4 anni e 4 mesi per fatti simili, con accuse di adescamento, pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico. Il suo difensore aveva provato a far riconoscere l’incompetenza territoriale dell’autorità giudiziaria novarese, ma la sua richiesta non è stata accolta. Questo perché è certamente noto l’indirizzo in cui risiede la vittima, mentre è difficile determinare il luogo in cui l’ex messo comunale accedeva ai social per mettere in atto i suoi comportamenti ritenuti molesti.

In base a quanto emerso nel corso delle indagini, condotte dalla procura distrettuale di Torino che segue i reati di pedopornografia, l’ex dipendente comunale aveva contattato su Instagram, fra le altre, la minorenne novarese. Modi gentili, le diceva che avevano conoscenze comuni. Col passare del tempo, però, erano iniziati apprezzamenti un po’ spinti fino alla richiesta di fotografie nude della ragazzina. Insospettabile, marito e padre, dopo le prime segnalazioni Pasquale B. aveva ricevuto la visita delle forze dell’ordine a domicilio: sui suoi cellulari e pc, poi sequestrati, erano stati trovati 1.739 immagini e 256 video intimi di minorenni, chat, scambio di materiale erotico.

Il pubblico ministero aveva chiesto 2 anni. Il giudice è stato meno severo.

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Ex politico e all’epoca dei fatti messo comunale a Castano Primo, ha già alle spalle una sentenza di condanna in primo grado a 4 anni e 4 mesi per fatti simili

Tutto è partito nel marzo dello scorso anno, quando la trasmissione «Le Iene» aveva smascherato l’uomo nell’inviare messaggi e richieste sempre più esplicite, fino a diventare osè, a una bambina di undici anni. I giornalisti del programma avevano raccolto la denuncia di un tentativo di adescamento da parte della madre, poi formalizzata davanti alle forze dell’ordine. Lui, ex politico e all’epoca messo comunale a Castano Primo, era finito in carcere. Da quello denuncia si è poi scoperto che il dipendente pubblico aveva tenuto comportamenti analoghi anche nei confronti di altre ragazzine, e fra loro una studentessa novarese.

Processato con rito abbreviato per adescamento di minore, Pasquale B., 66 anni, residente nel paese del Milanese, è stato condannato in tribunale a Novara ad altri 8 mesi di reclusione. Ha già alle spalle una sentenza di condanna in primo grado a 4 anni e 4 mesi per fatti simili, con accuse di adescamento, pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico. Il suo difensore aveva provato a far riconoscere l’incompetenza territoriale dell’autorità giudiziaria novarese, ma la sua richiesta non è stata accolta. Questo perché è certamente noto l’indirizzo in cui risiede la vittima, mentre è difficile determinare il luogo in cui l’ex messo comunale accedeva ai social per mettere in atto i suoi comportamenti ritenuti molesti.

In base a quanto emerso nel corso delle indagini, condotte dalla procura distrettuale di Torino che segue i reati di pedopornografia, l’ex dipendente comunale aveva contattato su Instagram, fra le altre, la minorenne novarese. Modi gentili, le diceva che avevano conoscenze comuni. Col passare del tempo, però, erano iniziati apprezzamenti un po’ spinti fino alla richiesta di fotografie nude della ragazzina. Insospettabile, marito e padre, dopo le prime segnalazioni Pasquale B. aveva ricevuto la visita delle forze dell’ordine a domicilio: sui suoi cellulari e pc, poi sequestrati, erano stati trovati 1.739 immagini e 256 video intimi di minorenni, chat, scambio di materiale erotico.

Il pubblico ministero aveva chiesto 2 anni. Il giudice è stato meno severo.

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