Con Formid@bile lo sport come strumento per superare le barriere

Nel secondo appuntamento del progetto legato agli Street games conclusi ieri sera altre tre testimonianze di chi, con la pratica di una disciplina, ha sconfitto la sua diversità

«Formid@bile è un progetto nato negli scorsi mesi, quando ci siamo ritrovati a pensare quale poteva essere quest’anno il nostro “giving back”. Abbiamo scelto così di invitare persone del mondo dello sport che avevano qualcosa da dire». Così Michele Belletti, presidente degli Street Games, in occasione della seconda serata dedicata allo sport e alla disabilità raccontati in prima persona da chi, scegliendo di praticare una disciplina, ha prima di tutto dimostrato a se stesso e a gli altri che si può vivere una vita “normale”, abbattendo ogni tipo di barriera. Perché, come ha aggiunto Marco Gatti, responsabile commerciale degli SG, «le vere barriere le costruiamo noi e sostenendo l’uguaglianza nello sport vogliamo dimostrare che tante persone hanno avuto la possibilità di realizzare ugualmente qualcosa di importante».


Un progetto, quello di Formid@bile, fortemente sostenuto anche dalle istituzioni come la Provincia e il Comune di Novara, rappresentati nell’occasione dalla consigliera delegata di Palazzo Natta Annaclara Iodice e dall’assessore dell’amministrazione del capoluogo Ivan De Grandis.


Come nella serata precedente è toccato alla giornalista Elena Mittino e al’atleta paralimpico Max Manfredi introdurre e dialogare con gli ospiti sul palco nel cortile del Broletto. Assente la figura forse più attesa come quella del nuotatore Simone Barllam, rientrato purtroppo dai Mondiali in Portogallo positivo al Covid, l’atterenzione del pubblico è stata calamitata dalle testimonianze, tutte toccanti, di Carlotta Visconti, di Lorenzo Lodola e di Mattia Muratore.


La prima, conosciuta nell’ambiente come “Cocca”, è una campionessa italiana della boccia paralimpica, mentre Muratore, avvocato di professione, può vantare un titolo mondiale nell’hockey in carrozzina ed è tuttora presdiente della società Sharks di Monza. Fra loro il più giovane, Lodola (ha solo 18 anni), unico finito su una sedia a rotelle a causa di un incidente, cosa che non gli ha comunque impedito di salire poi su un Quad.


A fare da “trait d’union” il quarto ospite, il giornalista Claudio Arrigoni, volto televisivo, ma soprattutto “voce” della Rai per essere il commentatore ufficiale delle Paralimpiadi. Tante storie di vita con un unico denominatore: la grande forza di volontà nell’essere stati in grado di affrontare situazioni di difficili, che rendono lo sportivo disabile – come è stato detto la sera precedente – non un “diverso”, ma qualcosa di “unico”.

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Con Formid@bile lo sport come strumento per superare le barriere

Nel secondo appuntamento del progetto legato agli Street games conclusi ieri sera altre tre testimonianze di chi, con la pratica di una disciplina, ha sconfitto la sua diversità

«Formid@bile è un progetto nato negli scorsi mesi, quando ci siamo ritrovati a pensare quale poteva essere quest’anno il nostro “giving back”. Abbiamo scelto così di invitare persone del mondo dello sport che avevano qualcosa da dire». Così Michele Belletti, presidente degli Street Games, in occasione della seconda serata dedicata allo sport e alla disabilità raccontati in prima persona da chi, scegliendo di praticare una disciplina, ha prima di tutto dimostrato a se stesso e a gli altri che si può vivere una vita “normale”, abbattendo ogni tipo di barriera. Perché, come ha aggiunto Marco Gatti, responsabile commerciale degli SG, «le vere barriere le costruiamo noi e sostenendo l’uguaglianza nello sport vogliamo dimostrare che tante persone hanno avuto la possibilità di realizzare ugualmente qualcosa di importante».


Un progetto, quello di Formid@bile, fortemente sostenuto anche dalle istituzioni come la Provincia e il Comune di Novara, rappresentati nell’occasione dalla consigliera delegata di Palazzo Natta Annaclara Iodice e dall’assessore dell’amministrazione del capoluogo Ivan De Grandis.


Come nella serata precedente è toccato alla giornalista Elena Mittino e al’atleta paralimpico Max Manfredi introdurre e dialogare con gli ospiti sul palco nel cortile del Broletto. Assente la figura forse più attesa come quella del nuotatore Simone Barllam, rientrato purtroppo dai Mondiali in Portogallo positivo al Covid, l’atterenzione del pubblico è stata calamitata dalle testimonianze, tutte toccanti, di Carlotta Visconti, di Lorenzo Lodola e di Mattia Muratore.


La prima, conosciuta nell’ambiente come “Cocca”, è una campionessa italiana della boccia paralimpica, mentre Muratore, avvocato di professione, può vantare un titolo mondiale nell’hockey in carrozzina ed è tuttora presdiente della società Sharks di Monza. Fra loro il più giovane, Lodola (ha solo 18 anni), unico finito su una sedia a rotelle a causa di un incidente, cosa che non gli ha comunque impedito di salire poi su un Quad.


A fare da “trait d’union” il quarto ospite, il giornalista Claudio Arrigoni, volto televisivo, ma soprattutto “voce” della Rai per essere il commentatore ufficiale delle Paralimpiadi. Tante storie di vita con un unico denominatore: la grande forza di volontà nell’essere stati in grado di affrontare situazioni di difficili, che rendono lo sportivo disabile – come è stato detto la sera precedente – non un “diverso”, ma qualcosa di “unico”.

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