Senatore Borghi: «Il Pd ha pagato anche per il suo senso di responsabilità. Non accadrà più»

Il parlamentare ossolano, che passa da Montecitorio a Palazzo Madama, «il voto degli italiani di domenica è stato chiaro e ha dato mandato al centrodestra di governare e a noi di essere la prima forza dell'opposizione. Il congresso servirà a recuperare la nostra identità». Il grazie a Pirovano e Allegra

Ci ha messo un po’, ma poi si è fatto sentire anche lui, uno dei pochi del Pd a non uscire ridimensionato dalla tornata elettorale di domenica. Enrico Borghi, parlamentare ossolano uscente, tornerà a Roma, passando però da Montecitorio a Palazzo Madama. La sua prima analisi riguarda un voto che non ha lasciato dubbi «sull’affermazione del centrodestra a guida Fratelli d’Italia. A Giorgia Meloni toccherà a questo punto l’onere e l’onore di tentare di formare il nuovo Governo. Noi reciteremo la nostra parte di prima forza politica di opposizione».


Qualche rimpianto? «No. Abbiamo fatto il possibile in un momento estremamente difficile, dove in tanti hanno lavorato per smembrarci. In realtà questa campagna elettorale è stata caratterizzata da due date: il 20 luglio, quando Conte ha fatto cadere l’esecutivo guidato da Draghi; e il 7 agosto, quando Calenda si è rimangiato l’accordo con noi».


«Il voto degli italiani – ha detto ancora – ha dato un’indicazione precisa. Il centrodestra dovrà governare e noi restare all’opposizione. Il Pd ha pagato anche il fatto che questi ultimi anni è stato chiamato in soccorso, accettando per senso di responsabilità nei confronti del Paese. Non accadrà più. Se per qualsiasi ragione la coalizione vincitrice dovesse saltare stavolta saremo noi a chiedere subito il ritorno alle urne».


Il Pd dovrà ora dovrà affrontare un passaggio congressuale, che Borghi si augura possa essere «autentico e profondo. Un appuntamento che ci consenta di recuperare quella nostra identità che negli ultimi tempi si è un po’ “annacquata”. Il Pd dovrà tornare quello delle origini, una forza politica di sinistra e di governo, innovatrice e moderna, lavorando per un’alternanza».


A livello personale il neo senatore ha ringraziato ancora quanti hanno contribuito alla sua rielezione, poi ha speso buone parole nei confronti dei due candidati novaresi, il segretario provinciale Rossano Pirovano e quella cittadina di Novara Emanuela Allegra, «che insieme al lavoro di tanti militanti hanno contribuito affinché il Pd riuscisse a “tenere” nei nostri territori. Da parte mia non verrà mai meno l’impegno di diaologo con la gente e i territori, a maggior ragione oggi che rappresenterò un collegio ancora più ampio, grande quanto tutto il Piemonte».

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Senatore Borghi: «Il Pd ha pagato anche per il suo senso di responsabilità. Non accadrà più»

Il parlamentare ossolano, che passa da Montecitorio a Palazzo Madama, «il voto degli italiani di domenica è stato chiaro e ha dato mandato al centrodestra di governare e a noi di essere la prima forza dell’opposizione. Il congresso servirà a recuperare la nostra identità». Il grazie a Pirovano e Allegra

Ci ha messo un po', ma poi si è fatto sentire anche lui, uno dei pochi del Pd a non uscire ridimensionato dalla tornata elettorale di domenica. Enrico Borghi, parlamentare ossolano uscente, tornerà a Roma, passando però da Montecitorio a Palazzo Madama. La sua prima analisi riguarda un voto che non ha lasciato dubbi «sull'affermazione del centrodestra a guida Fratelli d'Italia. A Giorgia Meloni toccherà a questo punto l'onere e l'onore di tentare di formare il nuovo Governo. Noi reciteremo la nostra parte di prima forza politica di opposizione».


Qualche rimpianto? «No. Abbiamo fatto il possibile in un momento estremamente difficile, dove in tanti hanno lavorato per smembrarci. In realtà questa campagna elettorale è stata caratterizzata da due date: il 20 luglio, quando Conte ha fatto cadere l'esecutivo guidato da Draghi; e il 7 agosto, quando Calenda si è rimangiato l'accordo con noi».


«Il voto degli italiani – ha detto ancora – ha dato un'indicazione precisa. Il centrodestra dovrà governare e noi restare all'opposizione. Il Pd ha pagato anche il fatto che questi ultimi anni è stato chiamato in soccorso, accettando per senso di responsabilità nei confronti del Paese. Non accadrà più. Se per qualsiasi ragione la coalizione vincitrice dovesse saltare stavolta saremo noi a chiedere subito il ritorno alle urne».


Il Pd dovrà ora dovrà affrontare un passaggio congressuale, che Borghi si augura possa essere «autentico e profondo. Un appuntamento che ci consenta di recuperare quella nostra identità che negli ultimi tempi si è un po' “annacquata”. Il Pd dovrà tornare quello delle origini, una forza politica di sinistra e di governo, innovatrice e moderna, lavorando per un'alternanza».


A livello personale il neo senatore ha ringraziato ancora quanti hanno contribuito alla sua rielezione, poi ha speso buone parole nei confronti dei due candidati novaresi, il segretario provinciale Rossano Pirovano e quella cittadina di Novara Emanuela Allegra, «che insieme al lavoro di tanti militanti hanno contribuito affinché il Pd riuscisse a “tenere” nei nostri territori. Da parte mia non verrà mai meno l'impegno di diaologo con la gente e i territori, a maggior ragione oggi che rappresenterò un collegio ancora più ampio, grande quanto tutto il Piemonte».

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