Coldiretti Piemonte: «E’ sos cibo con -30% raccolti e rincari alle stelle»

Appello all’Ue di Coldiretti e Filiera Italia

A rischio le forniture alimentari, fino al – 30%, con i rincari dei costi energetici e la ridotta disponibilità dei concimi nei campi. E’ l’appello lanciato da Coldiretti e Filiera Italia nel corso dell’incontro a Bruxelles tra il presidente Ettore Prandini, il segretario generale Vincenzo Gesmundo e il consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia con la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, il vice presidente esecutivo della Commissione Europea Frans Timmermans e il Commissario Europeo all’Agricoltura Janusz Wojciechowski.

Con la crisi energetica che rischia di travolgere il sistema produttivo nazionale ed europeo Coldiretti e Filiera Italia chiedono alla Ue una riposta comune con la creazione di un nuovo Pnrr, un fondo “Next generation 2” sul modello di quello adottato per la pandemia con misure finanziate dal bilancio europeo. Necessario anche arrivare a un tetto sul prezzo di tutto il gas che entra nel vecchio Continente, non solo quello russo, incentivando al contempo l’installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti per stimolare la produzione di energia rinnovabile nelle aziende agricole e superando a livello europeo il limite dell’autoconsumo come barriera agli investimenti agevolati.

Coldiretti e Filiera Italia hanno denunciato anche i pericoli del Nutriscore, i sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo che alcuni Paesi stanno applicando su diversi alimenti sulla base dei contenuti in grassi, zuccheri o sale. Sistemi fuorvianti, discriminatori ed incompleti che finiscono paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali, simbolo del Made in Piemonte, che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.

«Per sostenere l’agricoltura italiana ed europea è fondamentale intervenire con misure specifiche a favore delle filiere in crisi duramente colpite dalla siccità e dai rincari – hanno fatto notare Roberto Moncalvo (in foto) presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato Confederale – altrimenti si rischia lo smantellamento di importanti attività agricole con effetti drammatici sul piano economico, occupazionale, ambientale e della sovranità alimentare.  Sono almeno due i punti essenziali: 1) che qualsiasi misura di sostegno sia indirizzata innanzitutto al settore agroalimentare, definito strategico dalla stessa Commissione; 2) che tali misure di sostegno vadano oltre le attuali regole e limiti degli aiuti di Stato in una situazione di crisi straordinaria di “economia di guerra” come quella che stiamo attraversando. Un approccio semplicistico all’alimentazione rischia, oltretutto, di aprire la strada all’arrivo del cibo sintetico, poiché già ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte, a livello Ue, le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. C’è una precisa strategia delle multinazionali che, con abili operazioni di marketing, puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione e per questo siamo pronti a dare battaglia».

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Coldiretti Piemonte: «E’ sos cibo con -30% raccolti e rincari alle stelle»

Appello all’Ue di Coldiretti e Filiera Italia

A rischio le forniture alimentari, fino al – 30%, con i rincari dei costi energetici e la ridotta disponibilità dei concimi nei campi. E’ l’appello lanciato da Coldiretti e Filiera Italia nel corso dell’incontro a Bruxelles tra il presidente Ettore Prandini, il segretario generale Vincenzo Gesmundo e il consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia con la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, il vice presidente esecutivo della Commissione Europea Frans Timmermans e il Commissario Europeo all’Agricoltura Janusz Wojciechowski.

Con la crisi energetica che rischia di travolgere il sistema produttivo nazionale ed europeo Coldiretti e Filiera Italia chiedono alla Ue una riposta comune con la creazione di un nuovo Pnrr, un fondo “Next generation 2” sul modello di quello adottato per la pandemia con misure finanziate dal bilancio europeo. Necessario anche arrivare a un tetto sul prezzo di tutto il gas che entra nel vecchio Continente, non solo quello russo, incentivando al contempo l’installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti per stimolare la produzione di energia rinnovabile nelle aziende agricole e superando a livello europeo il limite dell’autoconsumo come barriera agli investimenti agevolati.

Coldiretti e Filiera Italia hanno denunciato anche i pericoli del Nutriscore, i sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo che alcuni Paesi stanno applicando su diversi alimenti sulla base dei contenuti in grassi, zuccheri o sale. Sistemi fuorvianti, discriminatori ed incompleti che finiscono paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali, simbolo del Made in Piemonte, che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.

«Per sostenere l’agricoltura italiana ed europea è fondamentale intervenire con misure specifiche a favore delle filiere in crisi duramente colpite dalla siccità e dai rincari – hanno fatto notare Roberto Moncalvo (in foto) presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato Confederale – altrimenti si rischia lo smantellamento di importanti attività agricole con effetti drammatici sul piano economico, occupazionale, ambientale e della sovranità alimentare.  Sono almeno due i punti essenziali: 1) che qualsiasi misura di sostegno sia indirizzata innanzitutto al settore agroalimentare, definito strategico dalla stessa Commissione; 2) che tali misure di sostegno vadano oltre le attuali regole e limiti degli aiuti di Stato in una situazione di crisi straordinaria di “economia di guerra” come quella che stiamo attraversando. Un approccio semplicistico all’alimentazione rischia, oltretutto, di aprire la strada all’arrivo del cibo sintetico, poiché già ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte, a livello Ue, le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. C’è una precisa strategia delle multinazionali che, con abili operazioni di marketing, puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione e per questo siamo pronti a dare battaglia».

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