Il fascista dietro di noi o dentro di noi?

Ho letto con avidità l’ultimo romanzo di Scurati della trilogia che continua su Mussolini: Gli Ultimi giorni di Europa .

Il libro parla dell’altro ieri , del passato dell’Europa, eppure sembra il nostro presente o almeno io lo percepisco così . 

Come un continente scivola riluttante e stupito verso la Guerra, la Seconda e con l’Europa il Mondo, nella guerra più totale e terribile mai vista, preso dalla follia di dominio assoluto di Hitler che Mussolini percepisce lucidamente ma non sa opporsi, non vuole opporsi ma godere parassitariamente e cinicamente delle fortune dell’avversario più potente.

Alla vita del Duce cialtronesca e mediocre, quanto quella della genero e Ministro degli Esteri Galeazzo Ciano, si oppone quella di Dante Ravenna e del suo dramma parallelo, fascista della prima ora, già podestà di successo di Ferrara ma soprattutto ebreo italiano e quindi colpito con la sua famiglia dalle leggi razziali o razziste, un colpo per lui ancora più basso e dolorisoche per gli altri ebrei. 

È un romanzo storico, ben scritto e appassionante ma che lascia una grande amarezza come il saggio, uscito, in questi stessi giorni di Aldo Cazzullo : Mussolini il capobanda, che sfata e demolisce i luoghi comuni sul fascismo buono e pervertito solo dall’alleanza con Hitler mostrando la genesi chiara nel carattere e nelle scelte di vita di Mussolini e dei gerarchi , nella prassi e nelle quattro idee del fascismo dai suoi inizi , nella fascinazione perversa che ha esercitato su un Paese depresso e spaventato ,  che ha prevalso con la violenza su un fronte avversario , popolari, socialisti , comunisti , democratici , liberali , più numeroso ma perdutamente diviso da conflitti insanabili . 

Si, il fascismo è lontano nel tempo e di Mussolini non ne nascono più , speriamo , ma quelle caratteristiche di vittimismo nazionale, di allergia alla democrazia con i suoi conflitti spesso positivi ma a volte paralizzanti e inconcludenti , con il suo mito dell’unità nazionale che distrugge le differenze in nome dell’uomo forte, dello Stato forte, delle soluzioni stentoree e declamate più che di quelle reali faticose e pazienti, con la furbizia nella politica internazionale invece della serietà, sono presenti ancora, nei politici di oggi, anche in modo trasversale a destra e sinistra, e negli italiani più in generale .

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Ho letto con avidità l’ultimo romanzo di Scurati della trilogia che continua su Mussolini: Gli Ultimi giorni di Europa .

Il libro parla dell’altro ieri , del passato dell’Europa, eppure sembra il nostro presente o almeno io lo percepisco così . 

Come un continente scivola riluttante e stupito verso la Guerra, la Seconda e con l’Europa il Mondo, nella guerra più totale e terribile mai vista, preso dalla follia di dominio assoluto di Hitler che Mussolini percepisce lucidamente ma non sa opporsi, non vuole opporsi ma godere parassitariamente e cinicamente delle fortune dell’avversario più potente.

Alla vita del Duce cialtronesca e mediocre, quanto quella della genero e Ministro degli Esteri Galeazzo Ciano, si oppone quella di Dante Ravenna e del suo dramma parallelo, fascista della prima ora, già podestà di successo di Ferrara ma soprattutto ebreo italiano e quindi colpito con la sua famiglia dalle leggi razziali o razziste, un colpo per lui ancora più basso e dolorisoche per gli altri ebrei. 

È un romanzo storico, ben scritto e appassionante ma che lascia una grande amarezza come il saggio, uscito, in questi stessi giorni di Aldo Cazzullo : Mussolini il capobanda, che sfata e demolisce i luoghi comuni sul fascismo buono e pervertito solo dall’alleanza con Hitler mostrando la genesi chiara nel carattere e nelle scelte di vita di Mussolini e dei gerarchi , nella prassi e nelle quattro idee del fascismo dai suoi inizi , nella fascinazione perversa che ha esercitato su un Paese depresso e spaventato ,  che ha prevalso con la violenza su un fronte avversario , popolari, socialisti , comunisti , democratici , liberali , più numeroso ma perdutamente diviso da conflitti insanabili . 

Si, il fascismo è lontano nel tempo e di Mussolini non ne nascono più , speriamo , ma quelle caratteristiche di vittimismo nazionale, di allergia alla democrazia con i suoi conflitti spesso positivi ma a volte paralizzanti e inconcludenti , con il suo mito dell’unità nazionale che distrugge le differenze in nome dell’uomo forte, dello Stato forte, delle soluzioni stentoree e declamate più che di quelle reali faticose e pazienti, con la furbizia nella politica internazionale invece della serietà, sono presenti ancora, nei politici di oggi, anche in modo trasversale a destra e sinistra, e negli italiani più in generale .

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