Aveva avvisato più volte l’ex moglie mandandole dei messaggi: «Se ti trovo in giro, finisce male». Così era successo il 19 dicembre 2020 in piazza del mercato a Romentino. Dalle minacce telefoniche l’uomo era passato alle vie di fatto: aveva cercato di travolgere con l’auto la donna che fortunatamente era riuscita a scansarsi, spinta dal nuovo compagno. Ad avere la peggio quest’ultimo, investito tre volte dal «rivale» e finito in ospedale con diversi traumi e fratture.
Per quell’investimento, Petru P., 55 anni, romeno residente a Tornaco, è stato condannato dalla Corte d’Appello di Torino a 10 anni di carcere per tentato omicidio, reato in cui è stata riassorbita anche la seconda contestazione, quella di stalking. I giudici del capoluogo regionale hanno confermato la sentenza emessa lo scorso anno dal gup di Novara con rito abbreviato.
Confermata anche una provvisionale di risarcimento per l’ex moglie, per un ammontare di 7.500 euro, anche se l’importo dei danni sarà quantificato dal giudice civile. Non era invece costruito a giudizio il ferito, già risarcito dalle compagnie assicurative.
Il difensore dell’imputato aveva chiesto la derubricazione in lesioni gravi nei confronti dell’investito e l’assoluzione per i reati commessi nei confronti della ex moglie, ritenendo che non vi fosse prova che l’imputato volesse travolgere proprio lei. Il legale aveva anche cercato di smontare la tesi della premeditazione, parlando di raptus del momento. Del resto lo stesso assistito aveva negato di aver mai progettato un’aggressione, e sostenuto invece di aver incrociato i due per caso. Probabilmente sarà presentato ricorso in Cassazione.
Sul fatto avevano indagato i carabinieri. Secondo quanto emerso a conclusione delle indagini, nonostante il coprifuoco imposto dalle norme anti-Covid dell’epoca quella sera il cinquantenne romeno si trovava a Romentino in auto. Non si era arreso alla fine della relazione e, nonostante la nuova convivenza della donna con un quarantaquattrenne anche lui di origine romena, era tornato alla carica più volte: messaggi, telefonate, minacce. Incolpava il connazionale di aver provocato la fine del matrimonio e di averlo anche diffamato fra amici e conoscenti. Intorno alle 22,50 aveva intercettato la coppia mentre parcheggiava l’auto in piazza per andare poi verso casa. Quindi aveva ingranato la marcia. Il «rivale» si era accorto dell’auto e aveva spintonato via la donna. Il conducente della vettura aveva travolto lui, facendogli fare un volo di diversi metri. Poi aveva messo la retro e gli era passato sopra altre due volte. Infine la fuga. I carabinieri l’avevano arrestato a casa dopo un’ora, identificandolo grazie ad alcune testimonianze e all’auto usata.