Coldiretti Piemonte – «Sos aumento gas con ripercussioni su famiglie e imprese»

La produzione agricola e quella alimentare in Italia assorbono oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno

L’aumento delle bollette del gas pesa su imprese e famiglie costrette a fare i conti con costi energetici fuori controllo. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’ aumento della bolletta del gas a novembre comunicata dall’Arera

La produzione agricola e quella alimentare in Italia assorbono oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Enea. «La spesa energetica ha un doppio effetto negativo perché – hanno evidenziato Roberto Moncalvo (in foto) presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare con l’inverno. Il costo dell’energia si riflette, infatti, in tutta la filiera e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione e la distribuzione. I nostri produttori sono già costretti a fronteggiare una situazione insostenibile che vede una forte impennata dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Aumenti che riguardano, appunto, l’intera filiera del cibo con costi indiretti che vanno dal vetro rincarato di oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, al tetrapack con un incremento del 15%, dal +35% delle etichette al +45% per il cartone, dal +60% costi per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti».

«Oltretutto Gli italiani – hanno concluso Moncalvo e Rivarossa – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Il rischio è quello di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare».

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La produzione agricola e quella alimentare in Italia assorbono oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno

L’aumento delle bollette del gas pesa su imprese e famiglie costrette a fare i conti con costi energetici fuori controllo. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all' aumento della bolletta del gas a novembre comunicata dall’Arera

La produzione agricola e quella alimentare in Italia assorbono oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Enea. «La spesa energetica ha un doppio effetto negativo perché – hanno evidenziato Roberto Moncalvo (in foto) presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare con l’inverno. Il costo dell’energia si riflette, infatti, in tutta la filiera e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione e la distribuzione. I nostri produttori sono già costretti a fronteggiare una situazione insostenibile che vede una forte impennata dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Aumenti che riguardano, appunto, l’intera filiera del cibo con costi indiretti che vanno dal vetro rincarato di oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, al tetrapack con un incremento del 15%, dal +35% delle etichette al +45% per il cartone, dal +60% costi per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti».

«Oltretutto Gli italiani – hanno concluso Moncalvo e Rivarossa – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Il rischio è quello di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare».

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