Piazza Pasteur: confusione e accuse sul progetto. La minoranza: «Non siete lungimiranti»

Presentato in Commissione il cronoprogramma dei lavori di qualificazione dell'area con il mercato rionale. Montata nel frattempo la tensostruttura che accoglierà gli operatori, ma il progetto non convince l'opposizione: «Si spendono 1,2 milioni di euro per un intervento incompleto»

Caotica commissione, ieri pomeriggio lunedì 9 gennaio a Palazzo Cabrino, per presentare, su richiesta dei gruppi di minoranza, il cronoprogramma dell’intervento di riqualificazione di piazza Pasteur e del mercatino rionale. La parte tecnica, illustrata dal direttore dei lavori per conto del Comune, l’ingegner Cristiano Ravizzotti, prevede un intervento della durata complessiva di 262 giorni suddiviso in tre “step”. Il primo, iniziato lo scorso 12 dicembre, di 120 giorni, il secondo di 70 e il terzo di 72. Il tutto dovrà essere terminato alla fine di agosto. Sempre nella giornata di ieri è stato completato, nel parcheggio davanti all’ex macello, l’allestimento della tensostruttura destinata ad accogliere temporaneamente i mercatali delle postazioni mobili.


Se l’assessore ai Lavori pubblici Rocco Zoccali ha ribadito che «i tempi concordati con i diversi operatori sono ristretti e bisogna assolutamente procedere», la vicesindaca Marina Chiarelli, nelle vesti di titolare della delega al Commercio, ha ricordato come «la soluzione della tensostruttura consentirà ai mercatali di spostarsi il meno possibile rispetto ad altre che erano state nel frattempo prospettate. Purtroppo i titolari delle postazioni fisse, una decina su 29, non hanno accettato di smontare i loro banchi, neppure davanti all’offerta da parte della ditta incarica dell’esecuzione dei lavori di installarne nuovi, tutti uguali e soprattutto gratuiti». Perché? «Qualcuno ha forse temuto per i costi. Diversi operatori sono anziani e, già reduci dalla crisi legata al Covid, non se la sono sentita di affrontare questo tipo di spesa».

Nella sostanza questo “benefit” sarà mutato con la realizzazione di nuovi e più ampi bagni. Ma nell’insieme l’intero progetto, del costo complessivo di 1,2 milioni di euro e inserito nel più ampio pacchetto del “Bando periferie” attraverso il quale l’amministrazione ha ottenuto negli scorsi anni un finanziamento statale di 6 milioni, prevede il rifacimento della pavimentazione di piazza Pasteur, l’installazione di qualche elemento di arredo urbano e la realizzazione dei sottoservizi del mercatino (pozzetti per l’allacciamento della fornitura elettrica e il carico – scarico dell’acqua), la corsia centrale della struttura commerciale e i citati bagni.

Troppo poco e male per i rappresentanti della minoranza. A più riprese il capogruppo del Pd Nicola Fonzo e i colleghi Rossano Pirovano, Sara Paladini e Cinzia Spilinga hanno insistito sul fatto che «si spendono 1,2 milioni di euro per un lavoro incompleto. Ancora una volta questa amministrazione ha dimostrato di non avere coraggio, di non essere lungimirante. Non osa per non disturbare il quieto vivere, limitandosi a fare l’indispensabile grazie alle risorse dello Stato».

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Piazza Pasteur: confusione e accuse sul progetto. La minoranza: «Non siete lungimiranti»

Presentato in Commissione il cronoprogramma dei lavori di qualificazione dell’area con il mercato rionale. Montata nel frattempo la tensostruttura che accoglierà gli operatori, ma il progetto non convince l’opposizione: «Si spendono 1,2 milioni di euro per un intervento incompleto»

Caotica commissione, ieri pomeriggio lunedì 9 gennaio a Palazzo Cabrino, per presentare, su richiesta dei gruppi di minoranza, il cronoprogramma dell'intervento di riqualificazione di piazza Pasteur e del mercatino rionale. La parte tecnica, illustrata dal direttore dei lavori per conto del Comune, l'ingegner Cristiano Ravizzotti, prevede un intervento della durata complessiva di 262 giorni suddiviso in tre “step”. Il primo, iniziato lo scorso 12 dicembre, di 120 giorni, il secondo di 70 e il terzo di 72. Il tutto dovrà essere terminato alla fine di agosto. Sempre nella giornata di ieri è stato completato, nel parcheggio davanti all'ex macello, l'allestimento della tensostruttura destinata ad accogliere temporaneamente i mercatali delle postazioni mobili.


Se l'assessore ai Lavori pubblici Rocco Zoccali ha ribadito che «i tempi concordati con i diversi operatori sono ristretti e bisogna assolutamente procedere», la vicesindaca Marina Chiarelli, nelle vesti di titolare della delega al Commercio, ha ricordato come «la soluzione della tensostruttura consentirà ai mercatali di spostarsi il meno possibile rispetto ad altre che erano state nel frattempo prospettate. Purtroppo i titolari delle postazioni fisse, una decina su 29, non hanno accettato di smontare i loro banchi, neppure davanti all'offerta da parte della ditta incarica dell'esecuzione dei lavori di installarne nuovi, tutti uguali e soprattutto gratuiti». Perché? «Qualcuno ha forse temuto per i costi. Diversi operatori sono anziani e, già reduci dalla crisi legata al Covid, non se la sono sentita di affrontare questo tipo di spesa».

Nella sostanza questo “benefit” sarà mutato con la realizzazione di nuovi e più ampi bagni. Ma nell'insieme l'intero progetto, del costo complessivo di 1,2 milioni di euro e inserito nel più ampio pacchetto del “Bando periferie” attraverso il quale l'amministrazione ha ottenuto negli scorsi anni un finanziamento statale di 6 milioni, prevede il rifacimento della pavimentazione di piazza Pasteur, l'installazione di qualche elemento di arredo urbano e la realizzazione dei sottoservizi del mercatino (pozzetti per l'allacciamento della fornitura elettrica e il carico – scarico dell'acqua), la corsia centrale della struttura commerciale e i citati bagni.

Troppo poco e male per i rappresentanti della minoranza. A più riprese il capogruppo del Pd Nicola Fonzo e i colleghi Rossano Pirovano, Sara Paladini e Cinzia Spilinga hanno insistito sul fatto che «si spendono 1,2 milioni di euro per un lavoro incompleto. Ancora una volta questa amministrazione ha dimostrato di non avere coraggio, di non essere lungimirante. Non osa per non disturbare il quieto vivere, limitandosi a fare l'indispensabile grazie alle risorse dello Stato».

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