Appello ambiente: «Canelli non ha mantenuto le sue promesse»

Dito puntato contro il primo cittadino da parte del coordimento delle associazioni ambientaliste: «Ci troviamo di fronte a un'enorme discrepanza fra quello che l'attuale sindaco aveva detto in campagna elettorale e quanto sta facendo»

Appello ambiente, il coordinamento che raggruppa diverse associazioni cittadine e della provincia, ha dissotterrato l’ascia di guerra. E l’ha puntata contro il sindaco Alessandro Canelli, reo – a suo modo di vedere – di «non aver mantenuto quanto promesso in occasione non solo dell’ultima campagna elettorale, ma addirittura di quella precedente».


A parlare è Michela Casella, che insieme a Guido Peagno coordina il gruppo: «Ci eravamo costituiti prima delle elezioni amministrative di due anni fa – ha ricordato – perché allora volevamo un confronto con i candidati sindaci per capire quali erano e loro propositi dal punto di vista dell’ambiente. In quella occasione quello che tra tutti ci dava meno garanzie era stato Canelli, che già nel 2016, nell’ultimo faccia a faccia con Ballaré prima del voto aveva promesso che non avrebbe consumato suolo, invece… Ci troviamo di fronte a un’enorme discrepanza fra quello che l’attuale sindaco aveva detto in campagna elettorale e quanto sta facendo». E ancora: «Si era parlato di una Novara e verde ed ecologica, ma il verde diminuisce perché vengono abbattuti alberi per essere rimpiazzati da alberelli che muoiono perché non irrigati anche a causa della siccità; l’aria è sempre più inquinata, le strade sono pericolose e della situazione ponti non ne parliamo…».


Per Guido Peagno, che rappresenta tra l’altro il settore Ambiente della sezione novarese di Italia Nostra, «questa amministrazione ha abusato sul fronte del consumo del suolo e orientato le sue scelte unicamente verso la logistica, vista come dispensatrice di posti di lavoro, in realtà pochi e precari, ma che si porta dietro unicamente un aumento delle infrastrutture. Come la nuova superstrada Novara – Vercelli, un progetto finalizzato non tanto a migliorare la viabilità, ma di favorire futuri nuovi insediamenti in quella zona. Canelli non ha inoltre realizzato la sbandierata “cintura verde” e neppure il “piano di mitigazione” previsto dalla Tav, progettando nell’area di un ex cantiere un nuovo quartiere. La logica di questa amministrazione è unicamente quella di allargare la fascia urbana e creare nuova cementificazione, con un peggioramento della qualità della vita e una riduzione del valore dei beni immobiliari».


Fra i tami più “caldi” non poteva essere fatto un accenno alla situazione di Pernate: «Da più di due anni – ha detto Claudio Ferro del battagliero “comitato” sorto nella frazione novarese – stiamo cercando di sensibilizzare il sindaco e la sua giunta nel recepimento del Piano paesaggistico che ci avrebbe finalmente visti staccarci dal capoluogo riconoscendo il nostro territorio come un bene da difendere. Non si è fatto nulla, neppure nei confronti della situazione idrogeologica. Il Cim è sempre stato il nostro avversario, ma ha finito per rivelarsi un “cavallo di Troia”. Ben vengano gli interscambi ferro – gomma, ma senza un adeguato collegamento ferroviario il futuro è un interscambio gomma – gomma. A ottanta metri dalle nostre case».


Infine Marco Caligari, rappresentante dell’associazione Medici per l’ambiente, che toccato il tasto dolente riguardante le «criticità della Consulta comunale per l’ambiente, organismo consultivo e propositivo a disposizione dell’amministrazione come supporto alle analisi, alle decisioni e alle scelte da attuare. Uno strumento di partecipazione e di confronto democratico che per regolamento dovrebbe riunirsi almeno quattro volte l’anno. Nel corso del 2022 la Consulta è stata convocata una volta soltanto, a un orario impossibile e con all’ordine del giorno il Pums. Anche in quella occasione la riunione non venne fatta per sentire prima le associazioni, per per informarle di quanto era già stato deciso. Questo atteggiamento deve cambiare».

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Dito puntato contro il primo cittadino da parte del coordimento delle associazioni ambientaliste: «Ci troviamo di fronte a un’enorme discrepanza fra quello che l’attuale sindaco aveva detto in campagna elettorale e quanto sta facendo»

Appello ambiente, il coordinamento che raggruppa diverse associazioni cittadine e della provincia, ha dissotterrato l'ascia di guerra. E l'ha puntata contro il sindaco Alessandro Canelli, reo – a suo modo di vedere – di «non aver mantenuto quanto promesso in occasione non solo dell'ultima campagna elettorale, ma addirittura di quella precedente».


A parlare è Michela Casella, che insieme a Guido Peagno coordina il gruppo: «Ci eravamo costituiti prima delle elezioni amministrative di due anni fa – ha ricordato – perché allora volevamo un confronto con i candidati sindaci per capire quali erano e loro propositi dal punto di vista dell'ambiente. In quella occasione quello che tra tutti ci dava meno garanzie era stato Canelli, che già nel 2016, nell'ultimo faccia a faccia con Ballaré prima del voto aveva promesso che non avrebbe consumato suolo, invece… Ci troviamo di fronte a un'enorme discrepanza fra quello che l'attuale sindaco aveva detto in campagna elettorale e quanto sta facendo». E ancora: «Si era parlato di una Novara e verde ed ecologica, ma il verde diminuisce perché vengono abbattuti alberi per essere rimpiazzati da alberelli che muoiono perché non irrigati anche a causa della siccità; l'aria è sempre più inquinata, le strade sono pericolose e della situazione ponti non ne parliamo…».


Per Guido Peagno, che rappresenta tra l'altro il settore Ambiente della sezione novarese di Italia Nostra, «questa amministrazione ha abusato sul fronte del consumo del suolo e orientato le sue scelte unicamente verso la logistica, vista come dispensatrice di posti di lavoro, in realtà pochi e precari, ma che si porta dietro unicamente un aumento delle infrastrutture. Come la nuova superstrada Novara – Vercelli, un progetto finalizzato non tanto a migliorare la viabilità, ma di favorire futuri nuovi insediamenti in quella zona. Canelli non ha inoltre realizzato la sbandierata “cintura verde” e neppure il “piano di mitigazione” previsto dalla Tav, progettando nell'area di un ex cantiere un nuovo quartiere. La logica di questa amministrazione è unicamente quella di allargare la fascia urbana e creare nuova cementificazione, con un peggioramento della qualità della vita e una riduzione del valore dei beni immobiliari».


Fra i tami più “caldi” non poteva essere fatto un accenno alla situazione di Pernate: «Da più di due anni – ha detto Claudio Ferro del battagliero “comitato” sorto nella frazione novarese – stiamo cercando di sensibilizzare il sindaco e la sua giunta nel recepimento del Piano paesaggistico che ci avrebbe finalmente visti staccarci dal capoluogo riconoscendo il nostro territorio come un bene da difendere. Non si è fatto nulla, neppure nei confronti della situazione idrogeologica. Il Cim è sempre stato il nostro avversario, ma ha finito per rivelarsi un “cavallo di Troia”. Ben vengano gli interscambi ferro – gomma, ma senza un adeguato collegamento ferroviario il futuro è un interscambio gomma – gomma. A ottanta metri dalle nostre case».


Infine Marco Caligari, rappresentante dell'associazione Medici per l'ambiente, che toccato il tasto dolente riguardante le «criticità della Consulta comunale per l'ambiente, organismo consultivo e propositivo a disposizione dell'amministrazione come supporto alle analisi, alle decisioni e alle scelte da attuare. Uno strumento di partecipazione e di confronto democratico che per regolamento dovrebbe riunirsi almeno quattro volte l'anno. Nel corso del 2022 la Consulta è stata convocata una volta soltanto, a un orario impossibile e con all'ordine del giorno il Pums. Anche in quella occasione la riunione non venne fatta per sentire prima le associazioni, per per informarle di quanto era già stato deciso. Questo atteggiamento deve cambiare».

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