Il Polo Universitario di Novara da oggi ha una nuova biblioteca con 25mila volumi e un nuovo auditorium, ricavati dal braccio più a sud dell’ex caserma Perrone e realizzati in questi anni, mantenendo la struttura e parti originali come le travature del sottotetto, con una spesa di 7,5 milioni di euro. La nuova opera completa il Novara Campus Perrone, nel pieno centro della città.
Sono stati inaugurati questo lunedì pomeriggio 20 marzo dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, con il rettore Giancarlo Avanzi e numerose autorità, tra cui il sen. Gaetano Nastri, il sindaco Canelli, la vice Chiarelli, l’assessore regionale Marnati con i consiglieri Perugini e Rossi. L’inaugurazione ha preceduto l’annuale cerimonia della consegna del Camice bianco agli studenti del terzo anno di Medicina, che iniziano il percorso ospedaliero.
La nuova biblioteca è stata intitolata a Rita Fossaceca, medico e ricercatrice del Dipartimento di Medicina traslazionale e volontaria dell’associazione umanitaria “For Life”, uccisa durante una rapina nel 2015 proprio mentre era in uno dei suoi tanti viaggi in Kenia a portare aiuti e realizzare strutture a favore dei bambini più poveri e per questo insignita alla memoria l’anno successivo della Medaglia d’oro al valore civile dal presidente Mattarella, dopo essere anche stata proclamata Novarese dell’Anno. La targa è stata scoperta dal rettore Avanzi, insieme al prof. Alessandro Carriero, presidente di For Life e primario del dipartimento quando vi lavorava la dottoressa Fossaceca.
Il nuovo auditorium è stato intitolato a Gaudenzio Cattaneo, imprenditore, politico e amministratore pubblico novarese «tra i maggiori sostenitori dell’avvento di una Università a Novara e che per primo ebbe l’intuizione di far partire corsi universitari in questa città», ha sottolineato Avanzi. A scoprire la targa è stato il figlio Paolo, presenti i fratelli Maria Rosa e Giuseppe.
Dopo la visita delle nuove strutture la cerimonia è proseguita nell’aula magna, assiepata di studenti del terzo anno e dei loro genitori. Il rettore Giancarlo Avanzi, nel suo saluto, oltre a ricordare la figura di Rita Fossaceca, ha voluto sottolineare ai ragazzi come «il camice non è solo un indumento con cui ci proteggiamo, ma è il tramite verso i nostri pazienti per un reciproco riconoscimento, basato su fiducia e attenzione, da restituire con dignità e affetto, che è quello di cui hanno bisogno i nostri pazienti».
Anche Gianfranco Zulian, portando il suo saluto di direttore dell’azienda ospedaliero-universitaria, ha ricordato agli studenti che il camice «trasmette il modo di essere professionisti tra le persone sofferenti e fragili, per rappresentare la relazione con persone che hanno bisogno».
Infine il sottosegretario Marcello Gemmato, portando la vicinanza del Governo, ha ricordato «il diritto costituzionale che garantisce la cura per tutti senza distinzioni» e agli studenti ha spiegato: «voi svolgerete un ruolo primario della nostra società, spero che possiate liberamente sposare la sanità pubblica assicurando la continuità al servizio dei nostri cittadini. Vi auguro di studiare e di diventare professionisti fortemente orgogliosi della professione più bella del mondo!».
Il rappresentante del Governo ha osservato che «oggi siamo di fronte a una forte carenza di figure sanitarie soprattutto mediche e la causa e l’errata programmazione avviata un decennio fa. Oggi se deve pensare a fra dieci anni». Quindi ha affermato che «il Governo Meloni crede fortemente nella sanità pubblica e vi ha appostato un totale di 7 miliardi di euro suddivisi per i prossimi tre anni. Inoltre il ministro Schillaci ha in agenda di aumentare gli stipendi del personale sanitario».
Non è mancata una battuta ricordando i «189 milioni per la nuova Città della Salute, arrivati sotto il continuo pressing del senatore Nastri che ho avuto davanti fino a che non ho portato il decreto alla firma del ministro!».
A margine della cerimonia è intervenuto il consigliere regionale Domenico Rossi, Pd. «Il Governo deve al più presto invertire la tendenza al sottofinanziamento del sistema sanitario – spiega – che ha caratterizzato questo inizio di legislatura. Non basta citare valori assoluti, come ha fatto oggi l’onorevole Gemmato. L’Italia non può permettersi di abbassare il finanziamento alla sanità sotto la quota del 7% del PIL. Questo governo, però, ha deciso di andare in questa direzione, arrivando addirittura al 6,1% nel 2025, contro il 7,1% nel 2022. Un fatto che insieme alla riforma fiscale che diminuirà il gettito nelle casse dello Stato condanna il settore alla privatizzazione».