La Malnata è l’opera prima della giovane scrittrice Beatrice Salvioni, pubblicata presso Einaudi, che appartiene alla scuderia della Holden e che ho avuto il piacere e l’onore di avere come tutor in un corso di scrittura dell’ Università Cattolica di Milano.
Il romanzo che è già un caso editoriale per essere stato opzionato per uscire subito daimportanti case editrici all’estero è un romanzo dedicato a quel tempo unico di scoperta della vita e della libertà di una giovane adolescente nel momento in cui la libertà di una giovane donna è oppressa dal conformismo piccolo borghese dell’epoca , ambientato a Monza negli anni ‘30 al tempo del fascismo dominante e della guerra di Etiopia.
La Malnata è una fiera figura di ragazza proletaria che non accetta di fare solo la vita delle femminucce ed è il capo di una piccola banda di maschi a cui si aggrega la protagonista e narratrice, figlia di una famiglia borghese con una madre ipocrita e un padre rassegnato a non ribellarsi per salvare la sua fabbrichetta di cappelli di feltro per l’esercito, così rabbiosa da essere demonizzata come una jettatrice.
È quasi una Huckleberry Finn al femminile , ma diventare donne è più difficile che farsi uomini, con il piccolo Lambro in cui bagnarsi i piedi nudi sulle rocce invece del Mississipi ma più drammatica e violenta, che parla una lingua viva che ti sembra risuonare con la sua pesante inflessione lombarda.