Una notizia non certo lieta per le tasche dei cittadini novaresi: la Tari, la tassa rifiuti comunale, registrerà un aumento del 5,5% già nell’anno in corso. Il provvedimento, già illustrato due giorni prima in sede di Commissione Bilancio di Palazzo Cabrino, è stato nuovamente descritto durante il Consiglio comunale di ieri, giovedì 6 aprile, dall’assessore al Tributi Silvana Moscatelli: «La delibera che va a definire gli importi e le date di scadenza (confermate al 16 giugno e 16 dicembre, ndr) dei pagamenti – ha detto l’esponente della giunta – si richiama al Decreto legislativo del 2007, normativa che ha stabilito che i costi del servizio devono essere coperti dalla tariffa. Si è proceduto nel corso degli anni sino al momento in cui Arera ha a sua volta fissato le modalità».
Nel Pef approvato lo scorso anno dall’amministrazione comunale per il 2023, «secondo la metodologia Arera, la copertura massima da introitare deve essere di 19,55 milioni di euro: somma che porta a un incremento della tariffa del 5,5%. In alcuni quartieri (Pernate, Sud e Ovest, ndr) è proseguita la “raccolta puntuale”, che ha generato dei risparmi». Quello maggiore si è registrato nella frazione di Pernate, «dove la minore spesa è stata di 21,7 milioni, cosa che ci ha consentito di applicare una diminuzione di 4,89 euro, che di fatto ammortizza l’incremento».
Nel corso del dibattito il capogruppo del Pd Nicola Fonzo ha chiesto l’ammortare delle somme “recuperate” a fronte dell’attività di riscontro da una possibile evasione: «A bilancio – ha risposto Moscatelli – abbiamo messo 1,6 milioni di euro; vedremo quanto riusciremo a incassare. Lo scorso anno la cirfra si agirava sempre intorno al milione e mezzo, di cui il non incassato è inferiore ai 100 mila euro».
L’altra consigliera “dem” Emanuela Allegra ha insistito sul tema della “raccolta puntuale”: «La realtà dei fatti ci sta dicendo che sia bene proseguire su questa strada, moderna e più responsabilizzante. Ritengo che il Comune debba spingere molto su questo e accelerare moltissimo su questo progetto. E’ stata annunciata l’estensione al quartiere di San Martino, ma nell’insieme abbiamo l’impressione che si stia procedendo molto lentamente».
Ad Allegra si è unito il collega di partito Rossano Pirovano: «Si tratta di un argomento che mi sta molto a cuore. Quello che ho potuto vedere nel corso degli ultimi anni è che la gente ha ricominciato a gettare i rifiuti nell’indifferenziata. Credo che per avere una maggiore raccolta bisogna quanto prima arrivare finalmente a una “tariffa puntuale”. La sperimentazione dovrà avere un termine, perché il rischio è che i cittadini si stufino, non avendo quei risultati promessi. L’incentivazione è importante e l’amministrazione deve programmare una scadenza, due o tre anni non importa, ma deve cominciare a indicarla».
«Ho sempre condiviso questo percorso – ha replicato Moscatelli – Qualcuno mi ha chiesto quali siano stati i costi per noi. Per l’ultimo quartiere interessato, l’Ovest, sono stati 380 mila euro; 340 mila il Sud, 120 mila a Pernate, perché tutto è proporzionato al numero di abitanti. Vorrei ricordare che ci siamo lasciati alle spalle due anni di Covid, che ha bloccato anche questo tipo di attività. Abbiamo presentato il progetto per ottenere il finanziamento che avrebbe consentito l’estensione ad altri cinque quartieri, ma siamo stati penalizzati. E’ evidente che di fronte a una situazione disarmonica come quella italiana sono stati privilegiati quei comuni dove non esisteva neppure la differenziata. Come amministrazione abbiamo intenzione di concludere questa operazione perché si tratta anche di un progetto di riqualificazione ambientale. Sicuramente accelereremo, ma difficilmente si potrà fare nel 2024».
«Giungere all’applicazione di una “tariffa puntuale” – ha detto invece Mario Iacopino (Movimento 5 Stelle) – è l’unico modo per aumentare la differenziata, ma dovrebbe in qualche modo essere applicata nei confronti di chi si sta già dimostrando più virtuoso». Nonostante qualche segnale di apertura e di plauso, dai “pentastellati” è comunque arrivato (come dalle altre minoranze) un voto contrario alla delibera, passata con i 22 sì del centrodestra.