Terremoto Pd, il senatore se ne va. Il segretario Rossi: «Borghi ha colto tutti di sorpresa»

Il segretario regionale del Pd non ha voluto nascondere «l'amarezza per le modalità adottate nel comunicare questa decisione» Per la segreteria dem del Vco «una scelta che lede fortemente il rapporto fiduciario costruito tra gli elettori e le elettrici del nostro collegio»

«Tanta amarezza». E’ la prima sensazione che il segretario regionale del Partito Democratico, Domenico Rossi, ha espresso nell’apprendere la decisione del senatore Enrico Borghi di lasciare i dem per approdare a Italia Viva. Amarezza, ha spiegato ancora il consigliere regionale novarese, «per le modalità adottate nel comunicare questa decisione».

Per Rossi «il nostro è da sempre un partito in cui il dialogo trova spazio nelle sedi deputate, per questo avrei preferito che si aprisse un confronto, soprattutto con il territorio, che invece ha appreso tutto a giochi fatti. Comprendo la forte delusione dei tanti militanti e dirigenti che lo hanno sostenuto con convinzione durante l’ultima campagna elettorale».

E ancora: «Credo che Enrico sbagli la lettura sulla situazione politica e sul Pd, che è il perno della costruzione di un’alternativa alle destre, come anche lui ha più volte sostenuto da dirigente nazionale: è nel Pd che si portano avanti le battaglie anche quando si perdono in congressi. Ritengo ingenerose e forzate le parole che ha usato per definire la nuova fase del partito. Siamo solo agli inizi di un percorso che non ha nulla di massimalista, ma che cerca di caratterizzarsi con più forza sui temi della giustizia, dell’ambiente e del lavoro. Il nostro partito resta una comunità aperta, inclusiva capace di coniugare sensibilità diverse attorno a un progetto che punta al rilancio e al progresso economico, sociale e civile del Paese, con un’attenzione privilegiata verso chi fa più fatica e per la difesa dei beni comuni, sanità e istruzione in testa».

Il segretario regionale ha già anticipato che domani, giovedì 27 aprile, sarà «nel Verbano Cusio Ossola (territorio nel quale risiede il senatore, ndr) per essere accanto alla comunità politica democratica. Personalmente sono dispiaciuto per questa decisione anche in nome della stima che ho nei confronti di Enrico e della strada condivisa insieme a lui in questi anni. Sono sicuro non mancheranno, anche in futuro, occasioni di incontro e di lavoro comune per fermare il disastro che la destra, sempre più a trazione Fratelli d’Italia, sta generando a livello nazionale e sul nostro territorio».

Domenico Rossi, come detto, sarà a Verbania dove è annunciata la sua presenza a un incontro di partito e a una conferenza stampa che avrà come tema la sanità locale. Non mancherà ovviamente a questo punto un primo confronto con i dirigenti locali del partito di fronte all’uscita di scena di Borghi. La stessa segreteria provinciale dem del Vco ha, nel frattempo, diffuso una nota nella quale viene sottolineato che quella del senatore è «una scelta che lede fortemente il rapporto fiduciario costruito tra gli elettori e le elettrici del nostro collegio, che hanno votato il senatore Borghi come capolista del Pd. Nel merito delle critiche poste, che rimangono sempre legittime, e le giustificazioni adottate di una presunta posizione attuale del Pd “massimalista” o addirittura “estremista”, ci appaiono come evidenti forzature e non corrispondono alla nostra linea politica».

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Terremoto Pd, il senatore se ne va. Il segretario Rossi: «Borghi ha colto tutti di sorpresa»

Il segretario regionale del Pd non ha voluto nascondere «l’amarezza per le modalità adottate nel comunicare questa decisione» Per la segreteria dem del Vco «una scelta che lede fortemente il rapporto fiduciario costruito tra gli elettori e le elettrici del nostro collegio»

«Tanta amarezza». E’ la prima sensazione che il segretario regionale del Partito Democratico, Domenico Rossi, ha espresso nell’apprendere la decisione del senatore Enrico Borghi di lasciare i dem per approdare a Italia Viva. Amarezza, ha spiegato ancora il consigliere regionale novarese, «per le modalità adottate nel comunicare questa decisione».

Per Rossi «il nostro è da sempre un partito in cui il dialogo trova spazio nelle sedi deputate, per questo avrei preferito che si aprisse un confronto, soprattutto con il territorio, che invece ha appreso tutto a giochi fatti. Comprendo la forte delusione dei tanti militanti e dirigenti che lo hanno sostenuto con convinzione durante l’ultima campagna elettorale».

E ancora: «Credo che Enrico sbagli la lettura sulla situazione politica e sul Pd, che è il perno della costruzione di un’alternativa alle destre, come anche lui ha più volte sostenuto da dirigente nazionale: è nel Pd che si portano avanti le battaglie anche quando si perdono in congressi. Ritengo ingenerose e forzate le parole che ha usato per definire la nuova fase del partito. Siamo solo agli inizi di un percorso che non ha nulla di massimalista, ma che cerca di caratterizzarsi con più forza sui temi della giustizia, dell’ambiente e del lavoro. Il nostro partito resta una comunità aperta, inclusiva capace di coniugare sensibilità diverse attorno a un progetto che punta al rilancio e al progresso economico, sociale e civile del Paese, con un’attenzione privilegiata verso chi fa più fatica e per la difesa dei beni comuni, sanità e istruzione in testa».

Il segretario regionale ha già anticipato che domani, giovedì 27 aprile, sarà «nel Verbano Cusio Ossola (territorio nel quale risiede il senatore, ndr) per essere accanto alla comunità politica democratica. Personalmente sono dispiaciuto per questa decisione anche in nome della stima che ho nei confronti di Enrico e della strada condivisa insieme a lui in questi anni. Sono sicuro non mancheranno, anche in futuro, occasioni di incontro e di lavoro comune per fermare il disastro che la destra, sempre più a trazione Fratelli d’Italia, sta generando a livello nazionale e sul nostro territorio».

Domenico Rossi, come detto, sarà a Verbania dove è annunciata la sua presenza a un incontro di partito e a una conferenza stampa che avrà come tema la sanità locale. Non mancherà ovviamente a questo punto un primo confronto con i dirigenti locali del partito di fronte all’uscita di scena di Borghi. La stessa segreteria provinciale dem del Vco ha, nel frattempo, diffuso una nota nella quale viene sottolineato che quella del senatore è «una scelta che lede fortemente il rapporto fiduciario costruito tra gli elettori e le elettrici del nostro collegio, che hanno votato il senatore Borghi come capolista del Pd. Nel merito delle critiche poste, che rimangono sempre legittime, e le giustificazioni adottate di una presunta posizione attuale del Pd “massimalista” o addirittura “estremista”, ci appaiono come evidenti forzature e non corrispondono alla nostra linea politica».

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