Tanti pannelli colorati, qualche scritta, tanti disegni, senza alcun nome o informazione che potesse in qualche modo rendere possibile il riconoscimento, proprio perché si è voluto collocare tutti i partecipanti sullo stesso piano, senza alcun distinguo. Sono i lavori della prima edizione del progetto “La mano e le intelligenze”, presentato questa mattina, sabato 6 maggio, in piazza Duomo.
«Questa iniziativa nasce dal coordinamento pedagogico territoriale – ha spiegato Maria Mattioli, fuzionaria dei Servizi educativi del Comune di Novara, che ha coordinato l’intera attività – per l’integrazione dei servizi “0 – 6 anni” e poi dalla Regione Piemonte. Il progetto vuole fare conoscere alla città queli che sono i percorsi educativi che i bambini svolgono dal momento del loro ingresso in un asilo nido sino all’uscita dalla scuola dell’infanzia».
L’età in oggetto viene considerata la più importante «per i processi di apprendimento, dove si mettono le basi per quelli successivi, che li sosterranno negli apprendimenti nel futuro percorso scolastico. In questo progetto sono stati coinvolti tutti («Ma proprio tutti») i servizi scolastici pubblici e privati della città, dai nidi alle scuole dell’infanzia, «perché il desiderio di fare scoprire quello che è nato all’interno del loro percorso, dalla pittura al gioco. Esistente un’intenzionalità e un pensiero legato al bisogno di crescita dei bambini, per portarli a sviluppare lo loro successive tappe e capire le loro intelligenze».
Sono molto contenta di questa manifestazione – ha aggiunto l’assessore all’Istruzione Giulia Negri – Si potrebbe definirla una festa, perché rappresenta un’idea di tutte quelle che sono state le idee e le iniziative fondamentali per i nostri bambini, che stanno prendendo sempre più corpo e forma grazie a questo tavolo di Coordinamento pedagogico molto ben gestito e seguito da tutte le nostre coordinatrici, che a loro volta trasmettono il loro entusiasmo alle educatrici e alle insegnanti delle nostre scuole. Un progetto unico, quale il nostro assessorato è molto orgoglioso».