Nega su tutta la linea di essere stato picchiato dal compagno di cella ma non gli credono. E lui, oltre al danno, rimedia anche una condanna. Indagato per favoreggiamento personale, proprio per aver ostacolato con la sua reticenza le verifiche sull’aggressione avvenuta nel carcere di Novara oltre quattro anni fa, V.F., 52 anni, di Novara, è stato processato e condannato a 4 mesi di reclusione. Il pm aveva chiesto 8 mesi, mentre la difesa l’assoluzione per mancanza di dolo.
Si tratta di fatti avvenuti il 23 novembre 2018. Quel giorno V.F. si era presentato all’infermeria della casa circondariale di via Sforzesca con il naso sanguinante. Poi gli era stata diagnosticata la frattura del setto nasale. Per gli investigatori, visto il tipo di lesione, si era trattato certamente di un pestaggio avvenuto in cella. Ma il cinquantenne aveva negato: «Sono andato a sbattere contro un pilastro del cortile», la sua versione. La stessa versione era stata poi ribadita qualche mese dopo al personale della questura, chiamato a fare luce sull’episodio. Le immagini dei filmati interni mostravano l’uomo che veniva affiancato da un altro detenuto – i due, noti entrambi per fatti illeciti, si conoscevano – che improvvisamente alzava il braccio sinistro. La scena non era stata vista dalle guardie, e nemmeno le riprese erano chiare, ma poco tempo dopo V.F. si era presentato in infermeria col naso tumefatto. Mettendo assieme tutti i tasselli la polizia lo aveva poi indagato per aver «coperto» il suo aggressore, facendo finta che si trattasse di un incidente.