Con un leggero ritardo sulla tabella di marcia meticolosamente messa a punto alla vigilia, sfidando anche la possibilità di un improvviso acquazzone fortunatamente scongiurato, si è ripetuto ancora una volta il lancio del tocco, i copricapi colorati a seconda dell’indirizzo accademico affrontato, con i quali i neo laureati dell’Università del Piemonte Orientale, hanno salutato la conclusione del loro percorso di studi.
Il Graduation Day, giunto alla sua ottava edizione, ha ripercorso ancora una volta un suo canovaccio ormai diventato tradizionale. Partendo dal Campus della Perrone il corteo, con in testa il rettore Gian Carlo Avanzi, il corpo decenti, le autorità e la banda dell’ateneo, con Paolo Pomati nelle consuete vesti di speaker e cerimoniere, ha attraversato le vie del centro per giungere in piazza Martiri. Qui i partecipanti, i 1.400 che avevano aderito dei circa 2.500 neo dottori e dottoresse che, accompagnati nell’occasione da parenti e amici hanno fatto sì che lo spazio fosse gremito da circa 5 mila persone, hanno ascoltato l’intervento del sindaco di Novara Alessandro Canelli, accompagnato dal collega primo cittadino di Vercelli Andrea Corsaro e dell’assessore di Alessandria Maria Cornara.
«E’ bello vedere la città così colorata e con tanti giovani – ha detto Canelli – Questo è uno degli effetti che le univeristà hanno sulle città. Dove c’é un’università, la città cambia completamente prospettive e opportunità di crescita». Poi il microfono è passato al rettore dell’UPO Gian Carlo Avanzi, che nel suo “inspirational speech”, ricordando il 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni, ha offerto una sua particolare riflessione sulla più famosa opera di uno dei “padri” della lingua italiana. Quel romando – “I promessi sposi” – da sempre croce e delizia di milioni di studenti. Per il rettore, «Manzoni ha indicato chiaramente da che parte l’umanità avrebbe dovuto schierarsi, scegliendo uno schema romanzesco tradizionale, finalizzandolo alla descrizione dei più saldi valori morali. Non una semplice avventura d’amore, ma una difficile conquista di pace e felicità». Poi, citando anche una riflessione su Manzoni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, «lo scrittore, figlio del suo secolo, ha avuto la peculiarità che appartiene soltanto ai grandi di gettare sulla società e sulla realtà storica del suo tempo uno sguardo lungimirante, capace di andare oltre».
Spazio infine a quattro neo dottori particolari. Andrea Chiara Sansottera e Pietro Oberti, madrina e padrino dell’evento sorteggiati tra tutti i partecipanti; mentre i laureati più giovani – che nella cerimonia hanno ricoperto il ruolo di abbadessa e abate, sono stati Ilenya Maligno e Matteo Immucci. Poi, il lancio dei tocchi…