Ordinavano merce in tutta Italia e non pagavano: in tribunale una truffa da 200 mila euro

Imputati di bancarotta i principali collaboratori nella società Global Food, che aveva sede a Borgomanero e capannoni a Romentino

Il suo «modus operandi», secondo l’accusa, si era ripetuto nel corso di più settimane: contattavano piccoli imprenditori del Novarese ma anche di altre parti d’Italia, facevano ordini di merce per lo più via mail o per telefono, e l’assegno utilizzato per pagare (dopo 60 o 90 giorni come si usa nelle trattative commerciali) era scoperto: i soldi non c’erano. Una truffa che era andata avanti per tre mesi circa, dall’aprile al giugno 2011. Una truffa da 200 mila euro circa per la quale, dopo la condanna del titolare casertano a 4 anni di reclusione, ora ha portato in tribunale i principali collaboratori nella società Global Food, che aveva sede a Borgomanero e capannoni a Romentino, M.L.C. e F.C., imputati di bancarotta per una distrazione di denaro stimata in 271.667 euro. Il primo è stato descritto da testimoni e investigatori come una sorta di factotum, che dava anche ordini agli altri giovani dipendenti; la seconda, invece, come colei che seguiva i conti in banca.

In base a quanto era stato accertato dalla Guardia di Finanza, tutta la merce acquistata e non pagata, poi misteriosamente sparita, era stata stoccata a Romentino. Quando infatti i militari, e prima di loro anche alcuni fornitori, erano andati lì per capire cosa fosse successo, il capannone era vuoto.

Indagando era emerso che il titolare aveva acquistato nel 2010 una società operante nel settore alimentare: dopo un primo momento di inattività, erano partiti gli ordini. La Global Food aveva preso contatti con decine di fornitori, non solo nella zona di Romentino, Galliate, Cameri, ma anche in Lombardia, Trentino, e perfino al Sud. Qualche fornitore non aveva nemmeno fatto denuncia perché l’importo era relativamente basso. Altri, invece, ci avevano rimesso parecchio. La Gdf, nelle ricostruzioni bancarie e nella documentazione societaria, trovò 22 ricevute non onorate.

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Imputati di bancarotta i principali collaboratori nella società Global Food, che aveva sede a Borgomanero e capannoni a Romentino

Il suo «modus operandi», secondo l’accusa, si era ripetuto nel corso di più settimane: contattavano piccoli imprenditori del Novarese ma anche di altre parti d’Italia, facevano ordini di merce per lo più via mail o per telefono, e l’assegno utilizzato per pagare (dopo 60 o 90 giorni come si usa nelle trattative commerciali) era scoperto: i soldi non c’erano. Una truffa che era andata avanti per tre mesi circa, dall’aprile al giugno 2011. Una truffa da 200 mila euro circa per la quale, dopo la condanna del titolare casertano a 4 anni di reclusione, ora ha portato in tribunale i principali collaboratori nella società Global Food, che aveva sede a Borgomanero e capannoni a Romentino, M.L.C. e F.C., imputati di bancarotta per una distrazione di denaro stimata in 271.667 euro. Il primo è stato descritto da testimoni e investigatori come una sorta di factotum, che dava anche ordini agli altri giovani dipendenti; la seconda, invece, come colei che seguiva i conti in banca.

In base a quanto era stato accertato dalla Guardia di Finanza, tutta la merce acquistata e non pagata, poi misteriosamente sparita, era stata stoccata a Romentino. Quando infatti i militari, e prima di loro anche alcuni fornitori, erano andati lì per capire cosa fosse successo, il capannone era vuoto.

Indagando era emerso che il titolare aveva acquistato nel 2010 una società operante nel settore alimentare: dopo un primo momento di inattività, erano partiti gli ordini. La Global Food aveva preso contatti con decine di fornitori, non solo nella zona di Romentino, Galliate, Cameri, ma anche in Lombardia, Trentino, e perfino al Sud. Qualche fornitore non aveva nemmeno fatto denuncia perché l’importo era relativamente basso. Altri, invece, ci avevano rimesso parecchio. La Gdf, nelle ricostruzioni bancarie e nella documentazione societaria, trovò 22 ricevute non onorate.

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