«Capisco le difficoltà, ma siamo stati molto elastici e la società resta comunque insolvente». Il “caso Sporting” prosegue anche fuori dai banchi del consiglio comunale: dopo l’interrogazione del Partito Democratico, ora il botta e risposta è tra l’associazione dilettantistica Fit Style, che gestisce la palestra dell’impianto del Terdoppio e che ha un debito nei confronti del Comune, e l’assessore allo Sport Ivan De Grandis.
Il titolare di Fit Style, Fabio Zellioli, contesta agli uffici comunali una serie di errori che l’assessore rimanda al mittente: «L’ammontare della morosità sarà oggetto di confronto in altre sedi – afferma l’assessore -. I conteggi sono stati fatti dall’avvocatura e il Comune può solo prenderne atto. Per quanto riguarda la presunta assenza della firma sul contratto, Zellioli è subentrato alla società precedente, dunque ha ereditato oneri e onori. Di prassi, gli accordi vanno perfezionati con l’ufficio contratti: se Fit Style non l’ha fatto, non è un problema dell’ufficio Sport».
Riguardo all’impossibilità di vendere direttamente gli abbonamenti, «Zellioli non ha completamente torto, ma bisogna anche dire che il software è sempre stato in suo possesso e avrebbe comunque potuto controllare gli ingressi e la situazione delle vendite: avrebbe, infatti, dovuto trovare una soluzione con la società che gestiva la segreteria, piuttosto che andare in conflitto. Questo è il rischio di impresa e sta di fatto che lui ha incassato e non ha mai pagato».
De Grandis aggiunge: «Siamo stati elastici nei confronti di Fit Style, consapevoli del fatto che la società è arrivata a bando già avviato, dopo una gestione fallimentare di un’altra società e in periodo Covid. E abbiamo anche dovuto tenere conto degli utenti che avevano già pagato gli abbonamenti: per questo motivo non abbiamo revocato il contratto».
Per quanto riguarda la pubblicazione del nuovo bando per la gestione della palestra – pubblicato il 7 agosto e aperto solo per dieci giorni per di più nel periodo di Ferragosto – l’assessore ammette: «Avevo chiesto che la gara fosse prolungata, ma il dirigente voleva essere sicuro di affidare la concessione a partire dal 1 settembre. Non l’abbiamo pubblicata dopo l’interrogazione del Pd: il testo era pronto da tempo, ma era necessario perfezionarlo».
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