Si accende lo scontro politico a distanza dopo che la Regione ha confermato – dal 15 settembre – il blocco in 76 comuni piemontesi tra cui Novara ai diesel Euro 5 .
«Le bugie hanno le gambe corte – ha incalzato il consigliere regionale del Pd, Domenico Rossi, dopo le dichiarazioni l’assessore regionale all’ambiente, Matteo Marnati e il presidente del Piemonte Alberto Cirio – è vero che il piano dell’aria fu approvato dalla Giunta Chiamparino, ma lo stop alle auto Euro 5 era previsto per il 2025 (in linea con le altre regioni del nord). Sapete chi lo ha anticipato di due anni? La Giunta Cirio con una delibera dell’assessore Marnati (dgr n. 9-2916 del 26 febbraio 2021). Perché lo ha fatto? Obbligati dall’UE? La Corte di Giustizia dell’Unione europea non avrebbe, secondo Marnati e Cirio, lasciato spazio a soluzioni alternative. La sentenza, però, parla di “misure necessarie, che non comportano costi sproporzionati, per garantire che i valori-obiettivo e gli obiettivi a lungo termine siano conseguiti».
«Tanto che nessun’altra regione del bacino padano ha previsto questo anticipo – ha proseguito Rossi -. Non lo hanno fatto né Lombardia né Veneto né Emilia Romagna, nonostante tra le città più inquinate sopra i 50.000 abitanti ci siano Cremona, Padova, Vicenza, Brescia, Piacenza. Perché il Piemonte sì? Non certo per la sensibilità ecologica di chi governa. Forse perché il Piemonte è l’unica regione d’Italia in cui i vertici sono stati indagati dalla Procura, insieme con alcuni ex sindaci di Torino, per non aver messo in atto le misure necessarie per contrastare lo smog? Non è che la ratio di questo anticipo è da ricercare nella tutela di Cirio e della Giunta?».
«Oggi leggiamo che ci sarebbe un piano di incentivi. Intanto non si capisce come mai se ne parli solo dopo la polemica sui giornali. Ma, in ogni caso – ha concluso Rossi – cosa succederà entro il 15 settembre? Nulla di operativo e le persone dovranno confrontarsi con il blocco ben prima che realisticamente ci sarà stato un aiuto concreto, senza contare la totale assenza di investimenti sul TPL di questi anni. Così come sono mancate anche le risorse per incentivare il ricambio del parco auto con valide rottamazioni. Senza pianificazione e investimenti adeguati la transizione ecologica la pagheranno le famiglie del ceto medio basso in termini di libertà di movimento ed economici».
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