Il Comune di Novara aveva indicato nella giornata di lunedì scorso, 28 agosto, la data ultima per lo sgombero dell’ex Campo Tav. Il maltempo di inizio settimana ha differito le operazioni di 48 ore, così ieri mattina le operazioni si sono potute svolgere abbastanza tranquillamente e anche le ultime quattro famiglie hanno lasciato la struttura sotto gli occhi attenti degli agenti della Polizia locale. Per tutti gli ormai ex occupanti si è dunque concretizzata la soluzione a suo tempo prospettata da Palazzo Cabrino: quella di spazi in co-housing messi a disposizione da alcune associazioni per donne e bambini («Prioritaria la loro messa in sicurezza», aveva precedentemente detto l’assessore alle Politiche sociali Teresa Armienti) e il dormitorio per gli uomini, con una speciale deroga adottata per un nucleo familiare.
Ma quella adottata da ieri, lo sanno un po’ tutti, altro non si tratta che di una soluzione temporanea. Se da un lato mette la parola “fine” a una vicenda, quella riguardante l’area che un tempo ha ospitato gli operai del cantiere dell’Alta Velocità e che si protraeva dal 2017, dall’altro non risolve il problema abitazione per questi soggetti, perché dal Comune la risposta è sempre la stessa: case da offrire non ce ne sono. Anzi, ora una sorta di “patata bollente” si sposta a Sant’Agabio, dove si gioca una partita altrettanto delicata come quella delle palazzine di via Bonola e delle strade adiacenti (nella foto), un complesso ormai fatiscente che dovrà essere abbattuto per realizzare un nuovo progetto di riqualificazione urbana previsto con i fondi del Pnrr.
Se qui per i residenti regolari sono state trovate delle soluzioni alternative rappresentate da alloggi individuati da Comune e Atc, più difficile sembra prospettarsi il destino per i nuclei abusivi, che non risultato assegnatari di nessun appartamento. L’ipotesi, ventilata subito dopo Ferragosto, di giungere a uno sgombero forzato e preceduto da una sospensione delle utenze, è stato finora scongiurato, ma anche qui non si potrà rinviare all’infinito. Anche per queste famiglie, secondo l’assessore Armienti si potrebbe trovare soluzione analoga a quella di chi si trovava nell’ex campo Tav.
Intanto almeno si tratta; e si è evitato lo scontro forzato. Nei giorni scorsi la possibile soluzione è stata condivisa dalle famiglie grazie a una mediazione sostenuta dal consigliere comunale di minoranza Piergiacomo Baroni: «Prendiamo atto che l’amministrazione – ha detto l’esponente di DeMos – ha cambiato atteggiamento, accettando di ascoltare le famiglie». Il tutto al di là della richiesta, avanzata oltre che dallo stesso Baroni dai capigruppo del Pd Nicola Fonzo, da quello del Movimento 5 Stelle Mario Iacopino e dall’esponente del Gruppo misto Francesca Ricca, di convocare in tempi brevi una commissione per esaminare attentamente la situazione.