Dico subito che la pornografia mi fa schifo. Passata la prima curiosità adolescenziale molto in fretta, ne ho un ricordo lontano, di qualcosa di bestiale e nello stesso tempo di noioso, meccanico, freddo e irreale.
Ricordo però bene le lunghe discussioni sulla pornografia: i sequestri dei film che contribuivano al loro successo, la decisione del governo francese di una supertassa sui film pornografici, ricordo i cinema specializzati in film a doppia X, a Novara l’Astra, che oggi hanno lasciato il posto a canali streaming specializzati, l’intenso commercio di videocassette e le vetrine specializzate in riviste porno delle edicole novaresi, città piena di caserme e di militari di leva, grandi consumatori di queste riviste. Oggi le caserme sono chiuse, molte edicole pure e la discussione se ripristinare o meno la naja è sempre aperta.
Il problema non è degli adulti, liberi di buttare via i loro soldi e il loro tempo anche nella pornografia su Internet e sui cellulari. Il problema è solo dei ragazzi e dei bambini, esposti nella fase più delicata della loro formazione sentimentale e morale a un continuo bombardamento di immagini che spesso mescolano sesso e violenza.
Alcuni studi ipotizzano una triste connessione fra consumo della pornografia eccessivo e abusi e violenze sessuali praticati dai giovani; altri studi addirittura una crescente apatia e disinteresse dei giovani verso il sesso prodotto proprio da un’overdose di immagini pornografiche.
Oggi alcuni giovani vivono la tentazione di essere loro stessi produttori e autori di video pornografici, perfino con la violenza mettendoli poi in rete.
Le famiglie possono e devono installare dei sistemi di controllo anche gratuiti su pc e smartphone dei figli, ma soprattutto non possono rinunciare a un ruolo essenziale di vigilanza e dialogo in casa anche sul porno.
La lotta alla pornografia però non si fa con i software e con nuovi divieti e sanzioni, ma soprattutto con l’educazione: un’educazione affettiva e sessuale in cui si impara la bellezza del corpo e dei sentimenti oltre ogni mercificazione e consumismo.
L’educazione in senso integrale: religiosa e civile, sportiva, artistica e anche sessuale è l’unica vera alternativa alla pornografia.