Torna in piazza Amnesty International per ricordare le criticità che continuano a caratterizzare l’Iran tra cui l’attesa di esecuzione per l’impiccagione del ricercatore Ahmadreza Djalali.
Proprio per questo motivo sabato 16 settembre in piazza della Repubblica si raccoglieranno le firme per continuare la battaglia per la liberazione di tutti i prigionieri di coscienza, per la libertà delle donne e per l’affermazione di tutti i diritti umani in Iran.
Ad un anno dalla morte di Mahsa Amini, le coraggiose donne iraniane continuano a lottare per la loro dignità e libertà, nonostante molte di loro subiscano o rischiano di subire arresti, torture, violenze fisiche e sessuali. Molte ragazze sono state espulse dall’Università, molte donne han dovuto chiudere le loro attività e moltissime sono continuamente minacciate. La repressione delle autorità colpisce non solo le donne ma anche le minoranze quali quelle etniche (i curdi in primis), quelle religiose, quelle, lgbtiqa+, piuttosto che verso i migranti (afgani in primis), comunque chiunque protesti ed esprima un pensiero non allineato, anche se in modo pacifico.
Si calcola che dall’inizio dell’ultimo ciclo di proteste, iniziato nel settembre 2022, circa 20.000 persone sono state arrestate arbitrariamente, centinaia sono state le persone uccise dalla repressione della polizia, compresi decine di minorenni e purtroppo molte sono state anche le condanne a morte. Si è arrivati perfino a vietare o minacciare le famiglie che volevano commemorare i loro cari al fine di evitare assembramenti ritenuti pericolosi, silenziare il dissenso e la memoria dei fatti. Alcuni luoghi di sepoltura poi sono stati danneggiati o addirittura distrutti, in questo modo le famiglie subiscono un trattamento disumano che rinnova l’ingiustizia già subita in occasione dell’uccisione del proprio caro.
Per questo Amnesty International prosegue la propria missione nelle piazze.