Il Pd cittadino affila le armi e si prepara a tentare l’assalto per tornare al governo di Novara. Con una serie di proposte, formulate in questi ultimi anni dai banchi di minoranza, che potrebbero già tradursi in un’azione amministrativa futura. E’ quanto emerso ieri sera, sabato 16 marzo, nell’incontro pubblico che i sei consiglieri dem a Palazzo Cabrino hanno tenuto al Circolo della Bicocca in occasione della festa provinciale del partito, appuntamento che si concluderà stasera con la partecipazione del sindaco di Bergamo Giorgio Gori.
A stimolare gli interventi un interlocutore particolare come l’ex assessore Mario Paganini (con la prima giunta Canelli), oggi divenuto attento commentatore di vicende politiche cittadine sulle pagine di un quotidiano nazionale. La sua prima domanda è stata un po’ provocatoria. Vi sentite una minoranza silenziosa? Risponde il capogruppo Nicola Fonzo: «No. Il gruppo del Pd sta vivendo questa esperienza nella consapevolezza di avere idee e voglia di governare. Credo che in questi due anni abbiamo dato più prova noi di capacità su certe situazioni che la stessa maggioranza. Poi quando dall’altra parte ci sono interlocutori che non hanno voglia di ascoltare capisci che è difficile far passare un certo tipo di discorso».
Sulla situazione ambientale, con il lago Maggiore che ha recentemente fatto registrare un aumento di un metro, ha preso la parola Mattia Colli Vignarelli: «E’ un esempio della crisi climatica, che le precipitazioni sono più concentrate in un periodo più ristretto. Occorre impegnarsi per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, con delle politiche per adattarci, non disperdendo l’acqua che cade in così poco tempo. Noi possiamo recitare la parte dei profeti, come gli ecologisti della prima ora, o i maghi, ma non gli struzzi, come l’attuale amministrazione, che nasconde la testa sotto la sabbia».
Emanuela Allegra è stata chiamata in causa sul tema dei diritti civili, ma anche sociali: «Prima di tutto non vedo differenza fra diritti civili e sociali. Nel momento in cui vengono riconosciute a tutte le persone uguali diritti le cose coincidono. Il nostro gruppo lavora da sempre affinché si portino avanti alcune tematiche anche in questa città. Un’educazione che deve partire sin dalla scuola materna, riconoscendo un altro diverso da me». Tornando poi sul tema iniziale, Allegra ha puntualizzato: «Non ci sentiamo affatto silenziosi. Il fatto è che troppa poca gente segue le vicende del consiglio comunale; dobbiamo raggiungere molte più persone».
Quello dei diritti delle fasce più deboli è un tema che sta a cuore anche a Cinzia Spilinga: «Ho considerato la situazione dell’ex villaggio Tav come quella di un vero e proprio ghetto, dove sono state concentrate un gruppo di persone alle quali bisognava dare una risposta immediata. Una soluzione più facile subito ma che ha trasformato il luogo in un… non luogo. Dove “buttavi” le persone. Non basta però sostituire le lamiere con abitazioni di ultima generazione per eliminare certi disagi. Anche da questo punto di vista l’amministrazione vuole tenere questo problema ai margini. Se non si mettono al centro le persone ma si continua a tenerle ai margini, i margini continueranno a rimanere».
Sull’argomento si è inserita ancora Emanuela Allegra, dando il “là” all’argomento sicurezza: «Occorre fare un lavoro di prevenzione. La piazza della Stazione presenta delle criticità, ma i problemi non si risolvono mettendo vigili o poliziotti. Quel luogo deve essere “abitato”, con iniziative e attività che lo rendano bello». Mancanza di sicurezza “percepita” o “effettiva”? Per Rossano Pirovano «oggi in città esiste una mancanza di sicurezza reale. Non puoi più passare in certi luoghi perché rischi di essere scippato. Ci troviamo in presenza di bande criminali e non riesco a capire perché non si riesca a intervenire. Il sindaco si è ripreso la delega alla sicurezza con un “adesso ci penso io”, ma a me sembra che da quel momento la situazione sia peggiorata».
Il capitolo cultura è stato affrontato da Sara Paladini, che vede il settore «come una forma di esercizio di potere in città, senza per altro riuscirci. I cittadini sono stati privati di una giusta interlocuzione. Le situazioni di Casa Bossi, del Castello, della Barriera Albertina sono sotto gli occhi di tutti. La mancanza di regole lega alla politica l’accesso al bene pubblico».
La sintesi dell’azione svolta dal gruppo è stata espressa ancora da Fonzo: «Come minoranza non ci siamo mai limitati a dire “no”. Le proposte le abbiamo puntualmente fatte, su diversi temi. Con il sindaco Canelli ho avuto diversi confronti, continuiamo a “non piacerci”, restiamo sempre su posizioni diverse, ma alcune nostre proposte sono state accolte». Con il capogruppo che ha voluto sottolineare l’unità nel lavoro svolto da tutte le minoranze, guardando già alla prossima scadenza elettorale: «Ammesso che il primo cittadino in carica arrivi al termine naturale del suo mandato, non dobbiamo commettere l’errore di due anni fa, dove ci siamo presentati con candidati diversi. Questa la base di partenza per cercare di vincere, aggiungendo che tutta una serie di proposte di questa “legislatura” possano tranquillamente trasformarsi in programma di governo».