Otto mesi di reclusione per uno dei furti e proscioglimento per tutti gli altri, dal momento che la riforma Cartabia ha cambiato le conduzioni di procedibilità (prima era d’ufficio), chiedendo come necessaria la denuncia delle vittime: così si è concluso il processo per direttissima a F.P., 34 anni, di Novara, il «ladro seriale» arrestato nel settembre dello scorso anno dalla polizia di Stato con l’accusa di essere l’incubo dei commercianti del centro storico, autore di numerosi furti notturni commessi nei negozi.
Dichiarato perfettamente capace di intendere e volere da un perito nominato dal giudice su richiesta della difesa, la condanna riguarda solo l’episodio per cui è stato sorpreso in flagranza, ovvero il tentativo di furto su un furgone in corso della Vittoria. Per tutti gli altri «colpi» addebitatigli a seguito di indagini è stato invece prosciolto per mancanza di denuncia dei derubati, in base alle più recenti riforme del settore.
Un anno fa, tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, in questura e anche alla caserma dei carabinieri erano arrivate più denunce di effrazioni in negozi, fra cui dei parrucchieri, una gelateria, una panetteria, un ristorante caffetteria vicino alla Prefettura, una palestra. Nel bottino principalmente il «fondo cassa», cifre fortunatamente modeste (100, 200 euro), poca cosa rispetto al danno provocato a vetrine o finestre, e poi anche computer, tablet, utensili da lavoro.
Si erano messe in moto le indagini della Squadra Mobile e, anche grazie all’aiuto della polizia scientifica e delle Volanti, si erano analizzate tracce ed elementi utili, fra cui anche le immagini della videosorveglianza degli esercizi presi di mira e delle aree in cui si trovano i negozi. F.P. era stato ritenuto autore di alcuni di questi furti, mentre gli altri erano stati addebitati a un altro novarese noto per colpi simili, anche lui arrestato. La svolta c’era stata quando il 34enne, già condannato in passato per fatti analoghi, era stato notato aggirarsi nel parcheggio dell’area commerciale di corso della Vittoria. In mano aveva un trapano, rubato, che probabilmente avrebbe utilizzato per forzare altre vetture e fare razzia.