Prima della nascita di Gesù Cristo, la Palestina era così: terreno di scontro fra eserciti e re locali che si facevano la guerra; il popolo era diviso in fazioni, i popoli erano uno contro l’altro. Da un momento all’altro poteva accadere l’irreparabile, Gerusalemme poteva essere distrutta.
La guerra non aveva regole, era senza esclusione di colpi, era normale uccidere donne e bambini, anziani, c’erano decine di migliaia di profughi che vagavano senza meta, violenze sessuali. Disperazione, pianto, dolore, morte dominavano la vita degli uomini e delle donne della Palestina. Tutti avevano molte ragioni ma tutti avevano anche tantissimi torti.
Arrivò poi Cristo, con il suo messaggio d’amore per i nemici e per quanti fanno del male, un amore crocifisso e vinto, poi la Resurrezione ma poi ci fu anche Masada.
Ora, 2023 anni dopo Cristo, in Palestina sembra tutto come allora, anzi forse più perfezionato e tecnologico e ancora più crudele e feroce, cioè Avanti Cristo.
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