Si riduce ulteriormente la fiducia dell’industria nelle province di Novara e di Vercelli. Secondo le previsioni congiunturali di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) per il trimestre ottobre-dicembre 2023 il saldo tra la percentuale degli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti sull’incremento della produzione è in calo rispetto al trimestre precedente, scendendo da 7,4 a -4,7 punti nel Novarese e da -15,2 a -21,7 punti in provincia di Vercelli (con una media regionale che passa da 7,8 a 2,3 punti).
I saldi ottimisti/pessimisti relativi agli ordini totali e a quelli esteri passano, rispettivamente, da 3,3 a -8,5 e da -2,9 a -9,3 punti in provincia di Novara, da -22,8 a -30,1 e da -18,2 a -16,4 punti in provincia di Vercelli (con la media piemontese in discesa da 4,4 a -0,4 e da -2,5 a -7,3 punti).
«Questo rallentamento – ha commentato il presidente di Cnvv, Gianni Filippa – era stato ampiamente annunciato dalle precedenti rilevazioni e non ci sorprende. Non contribuiscono a rasserenare gli animi le prospettive di tassi di interesse destinati a rimanere elevati ancora a lungo e le crescenti tensioni a livello geopolitico. Contiamo sulla capacità di resilienza delle nostre aziende, che forti nel loro know how e di una strategia di investimenti ben calibrata sono in grado di reagire positivamente anche in condizioni operative che, quantomeno nel breve termine, potrebbero ulteriormente complicarsi».
«Effettivamente – ha aggiunto il direttore di Cnvv, Carlo Mezzano – le previsioni di investimenti si mantengono su livelli importanti, con un 34,1% di imprese novaresi e un 18,5% in provincia di Vercelli intenzionate a farne di “significativi” entro fine anno (la media regionale è al 25,2%) e un 48% (a fronte del 48,8% del Piemonte) che, in entrambe le province, ne ha in programma di “sostitutivi”. La percentuale di aziende che segnalano ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti cresce dal 17,6% al 22,8% in provincia di Novara (in linea con la tendenza regionale, che passa dal 21,2% al 25,2%), mentre cala dal 16,5% al 13,2% in quella di Vercelli».
Rimangono ancora positive le aspettative di occupazione, con il saldo tra ottimisti e pessimisti relativo alla volontà di fare nuove assunzioni che passa da 13,1 a 7,8 punti in provincia di Novara e da 6,5 a 7,2 punti in provincia di Vercelli (da 13,7 a 11,2 la media regionale), mentre la percentuale di imprese che intendono fare ricorso alla cassa integrazione passa, rispettivamente nei due territori, dal 5,8% al 5,6% e dal 14,6% al 21%, a fronte di una media regionale in salita dal 5,6% al 8,5%.
«In un momento di grande incertezza dei mercati europei e non solo – ha commentato Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte – l’83,3% delle imprese piemontesi rilevate con la congiunturale prevede di mantenere o aumentare i propri livelli produttivi. Il 94,3% prevede stabilità o crescita dell’occupazione. Partendo da questi dati non sorprende che l’utilizzo degli impianti resti all’80%. Un quadro congiunturale quindi robusto, come certificato dalla Banca d’Italia che ha valutato a bassa vulnerabilità il nostro sistema regionale, ma su cui dobbiamo vigilare: l’andamento economico di Germania e Francia, nostri primi partner commerciali, avrà degli effetti. Gli imprenditori piemontesi però sono resilienti e lo confermano gli investimenti che continuano. Costo dell’energia e inflazione, che non scende nonostante il rialzo dei tassi, lasciano al Governo poco spazio di manovra sul bilancio pubblico sui temi che stanno più a cuore agli imprenditori, a cominciare dal cuneo fiscale. Ma interventi a sostegno dell’innovazione e della twin transition, insieme al Pnrr, possono portare a superare questa congiuntura, che arriva dopo 12 trimestri di crescita».
I dati relativi ai principali settori, elaborati in forma aggregata e con media ponderata sulle due province, confermano il calo delle attese di produzione e di ordini nel metalmeccanico, nella rubinetteria-valvolame e nel tessile-abbigliamento. Peggiora anche il chimico, i cui principali saldi ottimisti-pessimisti passano in negativo, mentre l’alimentare consolida la ripresa soprattutto per quanto riguarda gli ordini.