Omicidio di Oleggio: chiesta perizia psichiatrica per l’accoltellatore

Le indagini sull’omicidio sono ancora aperte. Nelle prossime settimane dovrebbero essere riascoltati i testimoni che hanno avuto in qualche modo a che fare con la vicenda

La procura di Novara, su sollecitazione della difesa, ha chiesto una perizia psichiatrica in incidente probatorio per Vincenzo Lasco, il 65 enne di Oleggio che lo scorso 28 aprile avrebbe accoltellato durante un lite il conoscente Michele Bonetto, 45 anni, recatosi a casa del pensionato per chiarire questioni in sospeso: la vittima era stata trafitta da una coltellata al petto, mentre discutevano animatamente sulle scale del condominio di via Cantoni. Sulla richiesta di incidente probatorio, un anticipo di prova che varrà in vista del futuro processo, si deve pronunciare ora il gip. A fondamento della domanda, che ha lo scopo di valutare la capacità di intendere e volere dell’indagato attualmente in carcere, sono stati depositati una serie di documenti e consulenze del passato, che fanno riferimento a problemi psichiatrici e anche a una seminfermità mentale riconosciuta in un precedente processo.

Le indagini sull’omicidio sono ancora aperte. Nelle prossime settimane dovrebbero essere riascoltati i testimoni che hanno avuto in qualche modo a che fare con la vicenda. E’ sufficientemente chiara la ricostruzione dell’accoltellamento, ma rimane invece qualche dubbio sul movente, che in base ai primi elementi raccolti sarebbe da ricercare in una presunta molestia che Lasco avrebbe fatto sulla figlia di Bonetto il giorno precedente l’omicidio. La vittima si era recata a casa di Lasco proprio per chiedere spiegazioni. Ma il sessantenne nega qualsiasi violenza come anche l’omicidio: in base alla sua tesi, avrebbe attinto il conoscente accidentalmente, durante la discussione.

In casa di Lasco i carabinieri avevano poi trovato 75 grammi di cocaina, nascosti in un barattolo di caffè sul balcone della camera da letto. Secondo quanto ipotizzato dagli investigatori, anche nell’ambiente del consumo di droga potrebbe ricercarsi un possibile movente del delitto.

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Omicidio di Oleggio: chiesta perizia psichiatrica per l’accoltellatore

Le indagini sull’omicidio sono ancora aperte. Nelle prossime settimane dovrebbero essere riascoltati i testimoni che hanno avuto in qualche modo a che fare con la vicenda

La procura di Novara, su sollecitazione della difesa, ha chiesto una perizia psichiatrica in incidente probatorio per Vincenzo Lasco, il 65 enne di Oleggio che lo scorso 28 aprile avrebbe accoltellato durante un lite il conoscente Michele Bonetto, 45 anni, recatosi a casa del pensionato per chiarire questioni in sospeso: la vittima era stata trafitta da una coltellata al petto, mentre discutevano animatamente sulle scale del condominio di via Cantoni. Sulla richiesta di incidente probatorio, un anticipo di prova che varrà in vista del futuro processo, si deve pronunciare ora il gip. A fondamento della domanda, che ha lo scopo di valutare la capacità di intendere e volere dell’indagato attualmente in carcere, sono stati depositati una serie di documenti e consulenze del passato, che fanno riferimento a problemi psichiatrici e anche a una seminfermità mentale riconosciuta in un precedente processo.

Le indagini sull’omicidio sono ancora aperte. Nelle prossime settimane dovrebbero essere riascoltati i testimoni che hanno avuto in qualche modo a che fare con la vicenda. E’ sufficientemente chiara la ricostruzione dell’accoltellamento, ma rimane invece qualche dubbio sul movente, che in base ai primi elementi raccolti sarebbe da ricercare in una presunta molestia che Lasco avrebbe fatto sulla figlia di Bonetto il giorno precedente l’omicidio. La vittima si era recata a casa di Lasco proprio per chiedere spiegazioni. Ma il sessantenne nega qualsiasi violenza come anche l’omicidio: in base alla sua tesi, avrebbe attinto il conoscente accidentalmente, durante la discussione.

In casa di Lasco i carabinieri avevano poi trovato 75 grammi di cocaina, nascosti in un barattolo di caffè sul balcone della camera da letto. Secondo quanto ipotizzato dagli investigatori, anche nell’ambiente del consumo di droga potrebbe ricercarsi un possibile movente del delitto.

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