Nel corso del 2023 il Dipartimento di Medicina traslazionale dell’Università del Piemonte Orientale ha proposto al Ministero dell’Università e della Ricerca di conferire alla novarese Mariella Enoc, già Presidente dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, il titolo di dottoressa honoris causa in Medicina e Chirurgia. E questa mattina, 16 gennaio, al Teatro Civico di Vercelli il riconoscimento le è stato consegnato dal rettore Giancarlo Avanzi durante la cerimonia di apertura del 26esimo anno accademico alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
«Oggi qui al mio posto avrebbero potuto esserci altre persone che davvero hanno fatto molto più di me, ma che forse non hanno avuto le opportunità che ho avuto io. Ho vissuto nell’ordinarietà, ma mi ha caratterizzata una grande passione che non mi ha mai abbandonata anche nei momenti difficili. Ho creduto nel valore dell’Upo: una missione di crescita umana e integrale e sorgente di cultura»
«Mi sono sempre occupata di strutture sanitarie, con il compito di tenere salde le fondamenta – ha proseguito – ora è la sanità ad avere bisogno di cure. Il nostro sistema rimane un vanto del nostro Paese ma c’è urgenza di essere rivisitato rispetto alle nuove esigenze del tempo: dobbiamo riguardalo e capire cosa si può fare di meglio. C’è una fascia di popolazione povera di salute, penso alle disabilità o alle problematiche psichiche dei giovani di cui non ci stiamo occupando. Ma anche ai disturbi alimentari o all’aumento degli anziani con inevitabili patologie, persone che non riescono a curarsi perché anche un ticket può essere un problema».
«Esiste una ricerca che ha fatto passi da gigante con diagnostica e terapie, ma servono risorse ingenti: la nostra urgenza non è solo economica ma anche culturale ha detto ancora Enoc nel suo discorso -. Occorre puntare su modelli che scommettono sulla medicina di prossimità come luogo di relazione e cura come è stato in passato. La nostra sanità deve essere presente in modo nuovo, meglio organizzata e integrata con i servizi altrimenti le brezza del solo privato rischia di trasformare la medicina in un privilegio per pochi e non in un servizio per tutti».
Enoc ha poi citato Tina Anselmi, prima donna ministro della Salute quando nel 1978 si è battuta per il Servizio sanitario nazionale e ha esortato i giovani a «condividere il vostro sapere come un dono, non possedetelo come qualcosa di sterile che vi rende soli e spesso anche tristi.
Leggi anche