Elettricista minacciato e malmenato da due clienti: la condanna è di 2 anni per tentata estorsione

tribunale il caldo
È successo a un elettricista quarantenne. Condannati G.P., settantenne novarese gestore di un bar, e l’albanese X.M. di 45 anni

«Si era lamentato per alcuni lavori che avevo fatto nel suo locale. Quando andai a vedere, dopo che ero entrato, qualcuno abbassò la serranda e chiuse la porta a chiave. Vicino alle slot machine c’erano altre due persone. Subito mi è arrivato un ceffone. Poi uno mi teneva, l’altro mi spintonava: mi volevano mettere un paio di forbici in un orecchio e hanno anche minacciato di amputarmi un piede con un’accetta». Questo quanto raccontato nelle aule di giustizia da un elettricista quarantenne che nel bar di un conoscente aveva installato un impianto di allarme: la sera prima erano entrati dei ladri che, nonostante l’allarme, erano riusciti a rubare dalle slot. Minacciato e malmenato dal cliente insoddisfatto, l’elettricista era corso in questura.

La sua denuncia, risalente alla primavera del 2010, ha portato alla condanna a 2 anni di carcere, con sentenza definitiva, per G.P., settantenne novarese gestore del bar che pretendeva un pagamento corrispondente al bottino rubato, e per l’albanese X.M. di 45 anni, accusati di tentata estorsione. Avevano negato gli addebiti. Inutile il tentativo delle difese di sostenere che si era trattato di una minaccia di gravità limitata, perché gli imputati stavano solo cercando di capire chi potesse essere il ladro, ritenendo che l’elettricista potesse saperlo.

In base a quanto emerso al processo, i lavori era stati eseguiti ma qualcosa non funzionava: probabilmente occorreva mettere mano per sistemare un temporaneo disguido. E l’elettricista si era presentato, aveva aggiustato quel che non era a posto e se n’era andato. Caso vuole che proprio quella notte, chiuso il locale e attivato il sistema d’allarme, nel bar erano entrati i ladri che avevano forzato le macchinette e portato via l’incasso.  E l’impianto – così almeno aveva sostenuto il proprietario del locale – non aveva dato neppure un pallido segno di vita. Aveva ripreso il telefono, ricontattato l’elettricista e lo aveva convocato: «Diceva che gli avevano portato via l’incasso delle slot, 12 mila euro, e sosteneva che io dovessi restituire quei soldi. Ho avuto paura perché mi aveva detto che “Per 12 mila euro sarei in grado di ammazzare”. Ero intenzionato a cercare quella somma ma poi un mio amico mi disse di fare denuncia».

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Elettricista minacciato e malmenato da due clienti: la condanna è di 2 anni per tentata estorsione

È successo a un elettricista quarantenne. Condannati G.P., settantenne novarese gestore di un bar, e l’albanese X.M. di 45 anni

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«Si era lamentato per alcuni lavori che avevo fatto nel suo locale. Quando andai a vedere, dopo che ero entrato, qualcuno abbassò la serranda e chiuse la porta a chiave. Vicino alle slot machine c’erano altre due persone. Subito mi è arrivato un ceffone. Poi uno mi teneva, l’altro mi spintonava: mi volevano mettere un paio di forbici in un orecchio e hanno anche minacciato di amputarmi un piede con un’accetta». Questo quanto raccontato nelle aule di giustizia da un elettricista quarantenne che nel bar di un conoscente aveva installato un impianto di allarme: la sera prima erano entrati dei ladri che, nonostante l’allarme, erano riusciti a rubare dalle slot. Minacciato e malmenato dal cliente insoddisfatto, l’elettricista era corso in questura.

La sua denuncia, risalente alla primavera del 2010, ha portato alla condanna a 2 anni di carcere, con sentenza definitiva, per G.P., settantenne novarese gestore del bar che pretendeva un pagamento corrispondente al bottino rubato, e per l’albanese X.M. di 45 anni, accusati di tentata estorsione. Avevano negato gli addebiti. Inutile il tentativo delle difese di sostenere che si era trattato di una minaccia di gravità limitata, perché gli imputati stavano solo cercando di capire chi potesse essere il ladro, ritenendo che l’elettricista potesse saperlo.

In base a quanto emerso al processo, i lavori era stati eseguiti ma qualcosa non funzionava: probabilmente occorreva mettere mano per sistemare un temporaneo disguido. E l’elettricista si era presentato, aveva aggiustato quel che non era a posto e se n’era andato. Caso vuole che proprio quella notte, chiuso il locale e attivato il sistema d’allarme, nel bar erano entrati i ladri che avevano forzato le macchinette e portato via l’incasso.  E l’impianto – così almeno aveva sostenuto il proprietario del locale – non aveva dato neppure un pallido segno di vita. Aveva ripreso il telefono, ricontattato l’elettricista e lo aveva convocato: «Diceva che gli avevano portato via l’incasso delle slot, 12 mila euro, e sosteneva che io dovessi restituire quei soldi. Ho avuto paura perché mi aveva detto che “Per 12 mila euro sarei in grado di ammazzare”. Ero intenzionato a cercare quella somma ma poi un mio amico mi disse di fare denuncia».

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