Per costruire la nuova Città della salute e della scienza di Novara servono 100 milioni in più. La notizia sembra la stessa di un anno fa quando il ministero della Salute aveva accettato la proposta regionale di investimento di 100 milioni in più – per un totale di 419 milioni – sul progetto del nuovo ospedale a patto di un’estensione della convenzione, da 17 a 19 anni.
Invece no. Questi 100 milioni – 120 per l’esattezza – si sommano ai 100 già stanziati lo scorso anno per l’adeguamento dell’opera: oltre mezzo miliardo di euro destinato alla nuova Città della salute e della scienza di Novara. L’unica soluzione, ormai, dopo il disastro del bando andato deserto tre volte e sospeso a fine 2023, a un giorno dalla scadenza, affinchè non andasse deserto una quarta. D’altronde l’aveva detto anche il direttore generale dell’ospedale Maggiore Gianfranco Zulian durante l’ultima commissione consiliare: «Piuttosto prorogo ancora la gara per trovare tutti i soldi, sempre nei limiti di legge. Anche la Regione si sta muovendo sotto questo profilo perché noi vogliamo portare a casa il risultato».
Ciò, però, non significa che ora la strada sia spianata. Sarà necessario fissare le nuove date per la gara d’appalto e sperare che almeno un raggruppamento sia interessato a partecipare. Gara che finora è costata fra i 300 e i 400 mila euro tra compensi per l’advisor, il responsabile del procedimento, e il il generale Maurilio Liore che ha costruito il Protocollo di legalità firmato in Prefettura un anno fa.
L’alternativa sarebbe quella di ricominciare tutto da capo, rifare un nuovo bando e allungare ancora di più i tempi di un progetto unanimemente considerato indispensabile, ma a cui i novaresi non credono legittimamente più da anni.
Il sindaco di Novara, Alessandro Canelli, l’ha definito «una via crucis» durante l’evento di ieri al castello organizzato dal giornale La Stampa e ha confermato l’operazione da 100 milioni in più: «La Regione l’azienda ospedaliera stanno elaborando il Piano economico finanziari che in questo modo dovrebbe essere finalmente interessante per i soggetti intenzionati a partecipare alla gara».
Dura la reazione del consigliere regionale del Pd, Domenico Rossi, e vice presidente della commissione Sanità, attacca in modo diretto: «Siamo di fronte al fallimento totale della politica del presidente Cirio e dell’assessore Icardi. Se avessero fatto partire il bando nel 2019, con il piano finanziario ereditato dalla precedente amministrazione regionale, invece di millantare risparmi con la riduzione delle annualità di concessione da 26 a 17, oggi staremmo commentando l’avanzamento lavori con circa 200 milioni risparmiati. Mercoledì prossimo presenterò in consiglio un’interrogazione urgente proprio per fare chiarezza, considerata l’assenza di comunicazioni ufficiali e il rifiuto ad aprire il confronto in commissione, sullo stato di avanzamento dell’iter e sulla necessità di aumentare il valore del bando attraverso l’allungamento del periodo della concessione e aumentando il canone mensile».
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Una risposta
Ma perché si insiste sul partenariato pubblico privato? A che pro? Dato che chiaramente non funziona.
Inoltre, fallimento generalizzato della stampa novarese che non ha mai troppo spiegato né il razionale del ppp né gli interessi sottostanti che continuano a spingere questa politica fallimentare.