«Chiediamo di abbandonare lo sciagurato progetto di Partenariato pubblico privato e utilizzare soldi pubblici per realizzare finalmente la città della salute di Novara. I fondi ci sono, manca la volontà politica di attingere ai circa 760 milioni dell’ex art. 20 per l’edilizia sanitaria o, in seconda istanza, ai 1.6 miliardi di risorse Inail». La proposta arriva dal Movimento 5 Stelle di Novara insieme a Unione Popolare, Sinistra Italiana e Unione sindacato di base. Una nota in cui gli esponenti dei movimenti non risparmiamo critiche nè al Partito Democratico nè alla destra.
Il progetto per la realizzazione del nuovo ospedale prevede, infatti, un finanziamento dell’opera con la partecipazione fra pubblico e privato, il cosiddetto PPP, con il pubblico che stanzia complessivamente quasi 200 milioni e il privato che mantiene la quota di circa 220 milioni. Con la sospensione del bando a dicembre 2023, però – in seguito al quarto rinvio andato deserto – la Regione e l’azienda ospedaliera stanno lavorando affinché il Ministero metta disposizione altri 100 milioni in modo tale che il bando possa essere appetibile.
«Correva il 28 febbraio 2019 quando l’allora presidente della giunta regionale Chiamparino annunciava con squilli di trombe il progetto della Città della salute e della scienza di Novara. “A fine ottobre 2023 è prevista la consegna dell’opera all’Azienda Ospedaliero Universitaria” recitava il comunicato trionfante della Regione Piemonte – dichiarano i rappresentanti dei tre partiti e di Usb -. Sono passati 5 anni, l’ottobre 2023 l’abbiamo lasciato alle spalle da un pezzo e di passi in avanti non è stato fatto nemmeno uno. Sono cambiati i governi regionali e quelli nazionali, ma del nuovo ospedale di Novara non c’è traccia. Nemmeno un mattone sull’altro è stato posato».
«Dopo tentativi falliti, aste desolatamente deserte e promesse disattese è arrivato il momento di dire basta – dicono ancora -. Il piano di edilizia sanitaria privato per gli ospedali pubblici voluto dal Pd e attuato (male) dalla destra è incompatibile con il mantenimento del sistema sanitario pubblico regionale. Chiediamo certezza dei tempi di progettazione, realizzazione e costi. Il costo insostenibile del Partenariato rischia di gravare sulle spese correnti. Tutto ciò si potrebbe tradurre in mancate assunzioni e allungamenti dei tempi di attesa già oggi insostenibili. Rivolgiamo questo appello alla Regione Piemonte e invitiamo realtà politiche, associazioni, sindacati, ordini professionali ad aderire».
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