Da settimane si diceva che il risultato delle elezioni regionali in Sardegna avrebbe segnato una tappa fondamentale per il futuro di una eventuale coalizione tra Partito Democratico e Cinquestelle in vista del voto in Piemonte. La vittoria di Alessandra Todde, infatti, dà una scossa ai democratici preparati da tempo e ora anche più che mai, a rilanciare l’alleanza con il Movimento che però è ancora prudente, ma che in pochi giorni dovrà capire che cosa vuole fare da grande.
Lo dimostra il comunicato del segretario del Pd piemontese Domenico Rossi arrivato oggi di prima mattina con cui richiama i Cinquestelle alla velocità: «Serve uno scatto di responsabilità e serve subito» e prosegue: «Non sprechiamo l’esempio di Todde in Sardegna: uniti si batte la destra. Lo si fa mettendo al centro ciò che unisce e guardando alle differenze come valore, in linea con ciò che ha dichiarato Todde in questi mesi e con quella che è sempre stata la posizione del Partito Democratico piemontese dalla primavera scorsa. Di fronte a questo risultato che è stato possibile anche grazie alla generosità del Pd, prima forza della coalizione, e che non si può considerare solo di natura “locale”, mi auguro uno scatto di responsabilità da parte di tutte le forze politiche che si riconoscono alternative alla destra che governa il Paese e la nostra regione. Uniti si può vincere, anche in Piemonte. Anche i piemontesi meritano di poter scegliere un progetto che metta al centro sanità pubblica, trasporti, diritto allo studio, transizione ecologica e digitale e lavoro. Noi, come ripetiamo da mesi, siamo sempre stati disponibili a costruire un’alleanza senza nomi e schemi predefiniti. L’unica condizione che ora esiste davvero è quella relativa alle tempistiche. Non c’è più un minuto da perdere: è il momento di decidere mettendo al centro l’interesse dei piemontesi che meritano e si aspettano un cambio di passo anche qui in Piemonte».
E se è ragionevole pensare che il M5S “cederà” all’alleanza con i dem dopo aver assaporato la vittoria di stanotte, ora il vero problema resta il nome del candidato presidente in Piemonte, sul quale sono state fatte varie ipotesi ma nessuna mai portata a compimento.
Le elezioni in Sardegna, dunque, suggeriscono che un’alleanza tra i due principali partiti dell’opposizione può essere competitiva, ma anche che a correre da soli si rischia di restare schiacciati. Situazione che, però, sembra non inquietare la Federazione provinciale di Novara in Azione che ha dichiarato «profonda preoccupazione riguardo le recenti posizioni assunte da alcuni esponenti del partito» (annunciate lo scorso autunno dal presidente del partito in Piemonte, Osvaldo Napoli, all’assemblea a Borgomanero) a sostegno del presidente uscente Cirio», a costo di «sostenere “solitarie traversate nel deserto” che hanno spinto sin dagli inizi del processo costituente di Azione».
Secondo i vertici locali del partito di Calenda le posizioni di alcuni esponenti «ci appaiono in netta contraddizione con i valori costituzionali, democratici, liberali, riformisti che hanno portato alla fondazione proprio di Azione». Anche in vista delle europee «riteniamo che sia necessaria costruire una “casa comune” con le altre forze appartenenti al campo riformista, liberale e democratico» chiarendo nettamente la propria posizione: «Siamo pronti a dare il Nostro contributo. Ma, con altrettanta franchezza e onestà verso i nostri elettori e simpatizzanti, ci teniamo a sottolineare che questa Federazione difenderà la propria coerenza e le scelte fin qui fatte nella nostra seppure breve, ma comunque importante esperienza politica, non fornendo nessun tipo di sostegno qualora Azione decidesse direttamente o indirettamente di sostenere in Piemonte la candidatura di Cirio».
Una risposta
Occorre un candidato unitario autorevole,credibile,espressione vera della realtà piemontese non solo politica ma sociale.