Svolta nelle indagini per il caso delle ossa umane scoperte l’11 ottobre 2022 nei boschi di San Martino di Trecate che ad agosto dello scorso anno erano state indentificate: si trattava dei resti di Liliana Agnani, 80 anni, che era residente a Milano. Per la sua scomparsa la Procura di Novara aveva indagato il figlio, Stefano Garini, classe 1962, accusato di omicidio volontario, occultamento di cadavere e indebita percezione di erogazioni pubbliche per circa 28 mila euro. A seguito di ulteriori approfondimenti questa mattina Garini è stato arrestato dai Carabinieri di Novara e condotto nel carcere di via Sforzesca.
La definizione è stata determinata dal rinvenimento di una protesi in perfetto stato di conservazione fissata tra le vertebre L3 ed L4 della colonna vertebrale su cui risultavano ben evidenti sia il marchio di fabbrica che il numero di matricola. Subito gli investigatori sono risaliti alla ditta produttrice della protesi individuando l’ospedale a cui era stata venduto l’accessorio: si trattava del Galeazzi di Milano. Interpellati tutti i pazienti ancora in vita e con quel numero di matricola, l’attenzione era stata rivolta alla vittima. Il figlio, ora in custodia cautelare, a quell’epoca ignaro delle indagini, era stato contattato per telefono dal medico di base, su indicazione degli investigatori, per poter visitare la madrea: Garini aveva risposto in maniera elusiva dicendo che la madre stava bene ma che non poteva essere visitata perché si trovava in Veneto in visita al fratello che, però, da accertamenti successivi, risultava deceduto diversi anni prima.
Grazie ai referti medici acquisiti all’ospedale San Paolo di Milano, ultimo ricovero della vittima, è stata poi appurata l’identificazione completa delle ossa ritrovate. Dalle attività è emerso che presso l’abitazione dell’anziana deceduta vi abitasse una figlia dell’indagato, G. A.: ascoltata come testimone, la ragazza aveva raccontato che la nonna era deceduta ma non era in grado di riferire sulle modalità del decesso nè sullo svolgimento del funerale. Il focus delle indagini è stato quindi ristretto sull’unico figlio, dimorante nell’abitazione della madre, legato sentimentalmente a una ragazza brasiliana molto più giovane di lui, residente a Torino, la quale si era allontanata già da diverso tempo dall’indagato.
Le indagini hanno anche appurato che l’indagato, non avendo un lavoro stabile, integrava il suo reddito con la pensione della madre, percepita indebitamente dall’Inps, insieme al sostegno che il Comune di Milano elargiva alle persone inabili bisognose.
Dagli accertamenti eseguiti dai Carabinieri è emerso che 18 maggio 2022, di notte, Garini, con l’anziana madre ancora in vita, si era recato nei boschi di Trecate e qui, secondo l’ipotesi di accusa, l’avrebbe uccisa e occultato il cadavere. Il delitto commesso sarebbe stato premeditato dall’uomo, il quale si era recato qualche giorno prima a Trecate per verificare il luogo dove poter eventualmente commettere il delitto. Nelle settimane successive, per crearsi un alibi e tener nascosta la verità, Garini aveva fatto celebrare una messa a suffragio della madre, nel quartiere Barona di Milano, senza il feretro ma con una fotografia posta sull’altare.