E’ andato a Maria Airoldi, presidente della Schola Cantorum “San Gregorio Magno” e volontaria dell’associazione Sportello Vita, il riconoscimento di “Donna trecatese dell’anno”, che le è stato consegnato l’8 marzo nel salone delle feste di Villa Cicogna, nell’ambito di “Donne di cuore, donne nel cuore” organizzato dalla Città di Trecate insieme con le associazioni locali.
Il consigliere alle pari opportunità, Michela Cingolini, ha spiegato che «il riconoscimento è arrivato alla sua terza edizione e intende valorizzare la generosa dinamicità nei confronti della comunità da parte di donne speciali. Quest’anno è stata scelta Maria Airoldi, donna sempre attiva, attenta, sulla quale la nostra comunità può contare in ogni occasione e alla quale non possiamo che dire “grazie”». Il vicesindaco Rossano Canetta ha messo in luce «la capacità propositiva di Airoldi nel mettere a disposizione della città e di rendere sempre vitale quell’immenso patrimonio culturale rappresentato dalla nostra Schola Cantorum».
La premiata è intervenuta ringraziando l’amministrazione comunale e affermando come «tutto ciò che io riesco a fare è reso possibile da chi cammina e lavora insieme con me: i miei amici della Schola Cantorum, sodalizio della Parrocchia di Trecate che vanta numerosi lustri e che, negli anni, si è evoluto adattandosi alle esigenze del tempo, e il nostro direttore Mauro Trombetta».
Nel corso dell’incontro è stato presentato il progetto artistico “Mosche bianche” con l’installazione dedicata all’evento, visto che Trecate nei prossimi mesi sarà una delle tappe della mostra itinerante di carattere nazionale. La curatrice Veronica Armani ha spiegato che «“Mosche bianche”, alla quale partecipano numerose artiste locali, sarà in città il prossimo 25 novembre, in occasione della Giornata per il contrasto della violenza sulle donne: l’obiettivo è mettere in luce il ruolo femminile nella vita artistica contemporanea, dimostrando che le donne nell’arte non sono, appunto, “mosche bianche” delle quali ricordarsi solo in date particolari, ma sono presenze vive e determinanti».
Infine un momento proposto dalla Biblioteca in collaborazione con l’Ute: la lettura di poesie dialettali «che ricostruiscono atmosfere, situazioni e ricordi visti e vissuti dalle donne – ha spiegato l’assessore alla Biblioteca Fortunata Patrizia Dattrino – poesie che descrivono la bellezza di un mondo e di un tempo che solo l’efficacia del dialetto è in grado di restituire».