«Le cifre ce le hanno fornite le Asl e le Aso, sono inequivocabili». I consiglieri regionali del Pd vanno, ancora una volta all’attacco della giunta Cirio sulla sanità piemontese. Lo hanno fatto ieri durante l’ennesima conferenza stampa sui numeri delle assunzioni.
«Anche quest’anno, infatti, esattamente come accaduto nel 2020, ‘21 e ‘22, si è assunto meno personale a tempo indeterminato rispetto al numero delle dimissioni di coloro che hanno lasciato il posto o per ragioni di pensionamento o di trasferimento – ha afferma il vicepresidente del consiglio regionale, Daniele Valle -. Certamente riconosciamo che c’è stato un miglioramento rispetto all’anno passato, e se si sommano anche i tempi determinati il saldo risulta positivo, seppur di poco. Ma questo miglioramento resta comunque ben lontano dagli obiettivi indicati da Cirio, ovvero le duemila assunzioni in più promesse sul 2023, a cui si devono sommare le altre mille promesse nel 2022. Non si sono verificate né le une né le altre. In un contesto del genere qualunque discorso sulla riduzione dei tempi di attesa è irrealistico. Insomma, altre regioni si sono attivate, ad esempio la Lombardia sta bloccando i gettonisti, Bertolaso è andato in Ecuador e Nicaragua per ottenere 500 infermieri, la Calabria lo ha già fatto con Cuba. Dall’assessore Icardi, invece, nulla di tutto ciò».
«Il segno meno davanti al numero di assunzioni a tempo indeterminato del 2023 è il sintomo della precarietà del nostro sistema sanitario» ha commentato il vicepresidente della commissione Sanità del consiglio regionale Domenico Rossi.
A questo proposito, dai dati raccolti, emerge come il Piemonte abbia perso medici e infermieri anche quest’anno, almeno sui contratti a tempo indeterminato: persi 114 camici bianchi, 61 infermieri e 38 tecnici, mentre ci sono 95 Oss e 147 amministrativi in più. E l’azienda ospedaliera di Novara risulta essere il fanalino di coda per quanto riguarda l’assunzione di medici a tempo indeterminato dove spicca un -36, mentre risulta la migliore per assunzioni di Oss con +54.
«C’è solo un modo per affrontare questa criticità come continuiamo a chiedere dall’inizio della legislatura – ha detto ancora Rossi – un piano straordinario di assunzioni che non è mai stato predisposto. Occorre consentire al personale di operare in condizioni migliori, avere carichi di lavoro sopportabili, semplicemente di andare in ferie senza mandare in tilt il sistema. Non solo, le tipologie di contratti offerti devono rappresentare un incentivo per attirare professionisti: in tal senso l’incremento dei contratti precari non è rassicurante se non è accompagnato da una capacità di programmazione, che preveda una conversione in assunzioni stabili. Un organico adeguato consentirebbe, inoltre, di recuperare visite e prestazioni riducendo così le liste d’attesa che mettono a rischio la salute dei piemontesi costretti a rivolgersi al privato per accedere alle cure con tempi consoni. Un percorso accessibile solo a chi ha possibilità economiche».
«Abbiamo voluto chiudere questa legislatura con un focus sulla sanità, chiedendo ripetutamente investimenti in questo settore di importanza per i cittadini che avrebbe dovuto essere ripensato e potenziato. Purtroppo siamo rimasti inascoltati – ha aggiunto il vicepresidente del gruppo Pd in consiglio regionale Domenico Ravetti -. Ci troviamo di fronte a una situazione critica, ormai sotto gli occhi di tutti: liste d’attesa infinite, carenze di servizi, personale limitato e spesso allo stremo a causa dei carichi di lavoro insostenibili. Sarebbe servita una programmazione delle assunzioni che consentisse di coprire, tempestivamente, i posti vacanti. La sanità si fonda sulla qualità del personale e su coloro che vengono inseriti nei diversi settori. Abbiamo provato a correggere la linea del centrodestra indirizzata verso una sempre maggiore privatizzazione del servizio sanitario. Siamo rimasti inascoltati e tutti i dati fotografano una realtà inadeguata ai bisogni di salute della popolazione. Si poteva fare di più e meglio».