Scoperta al Brennero uva indiana spedita a Novara, l’allarme di Coldiretti

Il presidente e il direttore: «Arrivi preoccupanti che intaccano la nostra filiera»

Uva indiana spedita ad un’azienda di Biandrate in provincia di Novara, oltre a cosce di maiale danesi dirette a Modena che rischiano di diventare prosciutti italiani, frutta sudafricana proveniente dalla Moldavia con direzione Sicilia, preparati industriali a base di uova fatti in Polonia e attesi a Verona. Ed anche un tir carico di grano senza tracciabilità. Sono solo alcuni esempi del “fake in Italy” scoperti dalla Coldiretti al Brennero, dove Coldiretti Novara-Vco era presente con centinaia di agricoltori e dirigenti rappresentati dal presidente Fabio Tofi e il direttore Luciano Salvadori per fermare con il supporto delle forze dell’ordine i tir carichi di prodotti alimentari provenienti dall’estero. Una mobilitazione per dire stop all’invasione di cibo straniero spesso venduto come nazionale, con l’avvio di una grande raccolta di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare che porti a estendere l’indicazione dell’origine in etichetta su tutti i prodotti in commercio nell’Unione Europea.

«Sono preoccupanti gli arrivi di uva nella nostra provincia così come le cosce di maiale dal Nord Europa già pronte che vanno a intaccare la filiera suinicola piemontese – evidenziano Tofi e Salvadori – Senza parlare di tutti gli altri prodotti che sono stati trovati aprendo i tir destinati in diverse parti d’Italia. Ci dicevano che al Brennero non avremmo trovato camion in ingresso che trasportavano prodotti agroalimentari come li avevamo trovati negli anni passati, ma purtroppo i fatti hanno dimostrato esattamente il contrario. Troppi prodotti stranieri diventano italiani varcando i nostri confini. Questo non è più accettabile: vogliamo una giusta trasparenza rispetto a quelle che sono le informazioni che devono essere date ai cittadini: per questo serve l’obbligo di origine a livello europeo. Poi siano i cittadini a scegliere con consapevolezza cosa acquistare».

La mobilitazione non si ferma con gli agricoltori della Coldiretti che restano alla frontiera anche oggi, martedì 9 aprile, per continuare dalle ore 9 con la verifica dei carichi di tir e autobotti in arrivo. Per l’occasione sarà svelata la black list 2024 dei prodotti stranieri più pericolosi, con l’analisi settore per settore sui cibi contaminati scoperti dopo essere entrati nel nostro Paese.

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Scoperta al Brennero uva indiana spedita a Novara, l’allarme di Coldiretti

Il presidente e il direttore: «Arrivi preoccupanti che intaccano la nostra filiera»

Uva indiana spedita ad un’azienda di Biandrate in provincia di Novara, oltre a cosce di maiale danesi dirette a Modena che rischiano di diventare prosciutti italiani, frutta sudafricana proveniente dalla Moldavia con direzione Sicilia, preparati industriali a base di uova fatti in Polonia e attesi a Verona. Ed anche un tir carico di grano senza tracciabilità. Sono solo alcuni esempi del “fake in Italy” scoperti dalla Coldiretti al Brennero, dove Coldiretti Novara-Vco era presente con centinaia di agricoltori e dirigenti rappresentati dal presidente Fabio Tofi e il direttore Luciano Salvadori per fermare con il supporto delle forze dell’ordine i tir carichi di prodotti alimentari provenienti dall’estero. Una mobilitazione per dire stop all’invasione di cibo straniero spesso venduto come nazionale, con l’avvio di una grande raccolta di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare che porti a estendere l’indicazione dell’origine in etichetta su tutti i prodotti in commercio nell’Unione Europea.

«Sono preoccupanti gli arrivi di uva nella nostra provincia così come le cosce di maiale dal Nord Europa già pronte che vanno a intaccare la filiera suinicola piemontese – evidenziano Tofi e Salvadori – Senza parlare di tutti gli altri prodotti che sono stati trovati aprendo i tir destinati in diverse parti d’Italia. Ci dicevano che al Brennero non avremmo trovato camion in ingresso che trasportavano prodotti agroalimentari come li avevamo trovati negli anni passati, ma purtroppo i fatti hanno dimostrato esattamente il contrario. Troppi prodotti stranieri diventano italiani varcando i nostri confini. Questo non è più accettabile: vogliamo una giusta trasparenza rispetto a quelle che sono le informazioni che devono essere date ai cittadini: per questo serve l’obbligo di origine a livello europeo. Poi siano i cittadini a scegliere con consapevolezza cosa acquistare».

La mobilitazione non si ferma con gli agricoltori della Coldiretti che restano alla frontiera anche oggi, martedì 9 aprile, per continuare dalle ore 9 con la verifica dei carichi di tir e autobotti in arrivo. Per l’occasione sarà svelata la black list 2024 dei prodotti stranieri più pericolosi, con l’analisi settore per settore sui cibi contaminati scoperti dopo essere entrati nel nostro Paese.

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