Corteo del 1 maggio a Novara: dai sindacati richieste su sicurezza, lavoro, controlli e sanità

Sicurezza, lavoro dignitoso e ben retribuito, controlli negli appalti e nei subappalti, più sanità pubblica, più scuola pubblica, più pubblico, meno precarietà. Queste le richieste dei sindacati di Cgil, Cisl e Uil che questa mattina, nonostante la pioggia, hanno sfilato in 700 nel centro di Novara per il tradizionale corteo del 1 maggio insieme alla Marching band BandaKadabra.

I comizi si sono tenuti sotto i portici di in piazza Duomo con l’introduzione del segretario Uil Novara e Vco, Stefanon De Grandis, che ha evidenziato come sia importante la difesa della sanità pubblica e il suo potenziamento, cogliendo positivamente la presenza della Cisl al corteo. Hanno poi parlato delegati e delegate delle tre organizzazioni confederali, sollecitando il governo a dare centralità alla sicurezza sul lavoro per salvare vite umane, alla necessità di eliminare gli appalti a cascata fonte di mala sicurezza e scarsi diritti con paghe inadeguate.

Particolare evidenza è stata data dal delegato della Filt (la categoria dei trasporti e logistica di Cgil), Hicham Khalifi, sulla necessità di maggiori tutele e più integrazione per i lavoratori extracomunitari nel settore logistico, i più esposti alle deroghe contrattuali e al ricatto di rimanere senza lavoro.

Ha concluso gli interventi la segreteria regionale della Cgil Piemonte, Anna Maria Poggio: «La sanità pubblica e il diritto alla salute è il perno dei diritti di tutti. Anche in Piemonte la giunta regionale ha fatto poco o nulla per abbattere le liste di attesa, intervento necessario se non c’è un piano straordinario di assunzioni e un contratto che ridia la giusta valorizzazione a chi si occupa della salute di tutti». Poggio ha poi ripreso il governo anche per il decreto “Primo Maggio” «che ha dato mancette a una parte dei cittadini peraltro inutili a salvaguardare il potere d’acquisto e senza dare risposte alle famiglie. Servono invece più asili nido pubblici e personale educativo e non mancette di 60 euro netti annui con il bonus tredicesime».

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Corteo del 1 maggio a Novara: dai sindacati richieste su sicurezza, lavoro, controlli e sanità

Sicurezza, lavoro dignitoso e ben retribuito, controlli negli appalti e nei subappalti, più sanità pubblica, più scuola pubblica, più pubblico, meno precarietà. Queste le richieste dei sindacati di Cgil, Cisl e Uil che questa mattina, nonostante la pioggia, hanno sfilato in 700 nel centro di Novara per il tradizionale corteo del 1 maggio insieme alla Marching band BandaKadabra.

I comizi si sono tenuti sotto i portici di in piazza Duomo con l’introduzione del segretario Uil Novara e Vco, Stefanon De Grandis, che ha evidenziato come sia importante la difesa della sanità pubblica e il suo potenziamento, cogliendo positivamente la presenza della Cisl al corteo. Hanno poi parlato delegati e delegate delle tre organizzazioni confederali, sollecitando il governo a dare centralità alla sicurezza sul lavoro per salvare vite umane, alla necessità di eliminare gli appalti a cascata fonte di mala sicurezza e scarsi diritti con paghe inadeguate.

Particolare evidenza è stata data dal delegato della Filt (la categoria dei trasporti e logistica di Cgil), Hicham Khalifi, sulla necessità di maggiori tutele e più integrazione per i lavoratori extracomunitari nel settore logistico, i più esposti alle deroghe contrattuali e al ricatto di rimanere senza lavoro.

Ha concluso gli interventi la segreteria regionale della Cgil Piemonte, Anna Maria Poggio: «La sanità pubblica e il diritto alla salute è il perno dei diritti di tutti. Anche in Piemonte la giunta regionale ha fatto poco o nulla per abbattere le liste di attesa, intervento necessario se non c’è un piano straordinario di assunzioni e un contratto che ridia la giusta valorizzazione a chi si occupa della salute di tutti». Poggio ha poi ripreso il governo anche per il decreto “Primo Maggio” «che ha dato mancette a una parte dei cittadini peraltro inutili a salvaguardare il potere d’acquisto e senza dare risposte alle famiglie. Servono invece più asili nido pubblici e personale educativo e non mancette di 60 euro netti annui con il bonus tredicesime».

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