Il rifugio Miletta far ricorso al Tar per due cinghiali che devono essere abbattuti

Lo ha deciso l'Asl 3 Liguria. La richiesta di aiuto è arrivata dalla proprietaria dei due cinghiali

Il rifugio Miletta di Agrate Conturbia prepara il ricorso al Tar per due cinghiali che, secondo l’Asl 3 della Liguria, devono essere abbattuti per evitare la diffusione della peste suina africana.

«Sconvolta dall’ingresso delle forze dell’ordine in casa e terrorizzata all’idea della sentenza di morte che per la Asl dovrebbe essere applicata agli amati Naso e Rosino, Giordana G. (proprietaria dei due cinghiali) ci ha chiesto aiuto e noi ci siamo subito attivati per presentare ricorso al TAR della Liguria con l’avvocato Angelita Caruocciolo» racconta Alessandra Motta, presidentessa del rifugio Miletta.

La situazione dei due cinghiali è aberrante, come altre situazioni che ho già seguito in Piemonte, Lombardia e Lazio – commenta l’avvocato, e prosegue – Contestare un’ipotesi di allevamento, quando la normativa nazionale ed europea consente la detenzione di due esemplari per finalità affettive, come nel caso della sig.ra Giordana, è un atteggiamento prevaricatore, che non si comprende. Non si capisce neanche perché le ASL non si organizzino per avere una linea di condotta univoca, soprattutto oggi che ci sono numerose sentenze di Tar (e la normativa è chiara in tal senso) che hanno sconfessato i loro provvedimenti che contestano, sì, violazioni amministrative ma irrogando sanzioni sproporzionate e, perciò, illegittime. Peraltro, ci si aspetta dalle pubbliche amministrazioni un’alta competenza nel governare tali fattispecie; invece, l’approssimazione e la superficialità determinano situazioni financo al limite del terrorismo, quando esse, con un minimo doveroso di responsabilità e disponibilità, avendo anche il compito di accompagnare i cittadini verso una linea di condotta ordinata e rispettosa delle norme amministrative, arrivano ad assumere provvedimenti abnormi che anche stavolta siamo costretti a portare all’attenzione del giudice per garantire il ripristino della legalità, oltre che per la salvezza di altre due vite».

Conclude l’avvocato Caruocciolo: «Procediamo anche questa volta con il ricorso al Tar della Liguria, contestando punto per punto la motivazione dell’atto di abbattimento della Asl 3 della Liguria, forti dei precedenti a noi favorevoli per casi assolutamente identici. Seguiremo, come è nostra abitudine, una linea di condotta pulita e rispettosa della normativa, dimostrando al giudice che la Asl 3 ha assunto un provvedimento illegittimo, che dimostra, ancora una volta, una lettura fuorviata da parte di chi dovrebbe applicare correttamente le norme, senza suscitare sensazioni minacciose o punitive nei cittadini più sensibili».

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Il rifugio Miletta far ricorso al Tar per due cinghiali che devono essere abbattuti

Lo ha deciso l’Asl 3 Liguria. La richiesta di aiuto è arrivata dalla proprietaria dei due cinghiali

Il rifugio Miletta di Agrate Conturbia prepara il ricorso al Tar per due cinghiali che, secondo l’Asl 3 della Liguria, devono essere abbattuti per evitare la diffusione della peste suina africana.

«Sconvolta dall’ingresso delle forze dell’ordine in casa e terrorizzata all’idea della sentenza di morte che per la Asl dovrebbe essere applicata agli amati Naso e Rosino, Giordana G. (proprietaria dei due cinghiali) ci ha chiesto aiuto e noi ci siamo subito attivati per presentare ricorso al TAR della Liguria con l’avvocato Angelita Caruocciolo» racconta Alessandra Motta, presidentessa del rifugio Miletta.

La situazione dei due cinghiali è aberrante, come altre situazioni che ho già seguito in Piemonte, Lombardia e Lazio – commenta l’avvocato, e prosegue – Contestare un’ipotesi di allevamento, quando la normativa nazionale ed europea consente la detenzione di due esemplari per finalità affettive, come nel caso della sig.ra Giordana, è un atteggiamento prevaricatore, che non si comprende. Non si capisce neanche perché le ASL non si organizzino per avere una linea di condotta univoca, soprattutto oggi che ci sono numerose sentenze di Tar (e la normativa è chiara in tal senso) che hanno sconfessato i loro provvedimenti che contestano, sì, violazioni amministrative ma irrogando sanzioni sproporzionate e, perciò, illegittime. Peraltro, ci si aspetta dalle pubbliche amministrazioni un’alta competenza nel governare tali fattispecie; invece, l’approssimazione e la superficialità determinano situazioni financo al limite del terrorismo, quando esse, con un minimo doveroso di responsabilità e disponibilità, avendo anche il compito di accompagnare i cittadini verso una linea di condotta ordinata e rispettosa delle norme amministrative, arrivano ad assumere provvedimenti abnormi che anche stavolta siamo costretti a portare all’attenzione del giudice per garantire il ripristino della legalità, oltre che per la salvezza di altre due vite».

Conclude l’avvocato Caruocciolo: «Procediamo anche questa volta con il ricorso al Tar della Liguria, contestando punto per punto la motivazione dell’atto di abbattimento della Asl 3 della Liguria, forti dei precedenti a noi favorevoli per casi assolutamente identici. Seguiremo, come è nostra abitudine, una linea di condotta pulita e rispettosa della normativa, dimostrando al giudice che la Asl 3 ha assunto un provvedimento illegittimo, che dimostra, ancora una volta, una lettura fuorviata da parte di chi dovrebbe applicare correttamente le norme, senza suscitare sensazioni minacciose o punitive nei cittadini più sensibili».

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