La pioggia ha generosamente risparmiato la prima dell’Aida di Sordevolo: la rappresentazione dell’opera verdiana grazie a più di 100 abitanti, in questo piccolo comune della Provincia di Biella, che sono abituati a recitare la Passione come comparse. Nell’anfiteatro dedicato a papa Woytyla, in genere luogo di concerti pop e rock gli spettatori sono stati trasportati in un’atmosfera che la direttrice del Teatro Coccia Corinne Baroni ha più volte definito, nella sua presentazione, magica chiedendo scusa se poteva apparire eccessiva ma proponendo di attendere a giudicarlo solo dopo la visione.
Una visione che è stata un’immersione nell’Egitto visto con gli occhi stupiti ed ingenui dei primi esploratori dell’800, fotografato dall’ egittologo Schiaparelli originario di Occhieppo, comune limitrofo a Sordevolo.
Incantevoli i costumi ma soprattutto le scene a metà fra il deposito del Museo Egizio di Torino, il più grande del mondo dopo quello de Il Cairo e vera, grande eccellenza culturale di tutto il Piemonte e l’uso sapiente e suggestivo della video grafica.
La musica di Verdi e il libretto di Ghislanzoni resistono con il loro fascino immortale di una storia d’amore travolta dalla guerra e dall’odio fra popoli vicini, purtroppo sempre tremendamente attuale , ma anche senza Arena con cammelli e cavalli la regia di Alberto Jona con l’allestimento scenico di Matteo Capobianco ed Attili offre una emozionante e particolare nuova versione di questo capolavoro della lirica.