Sono stati chiesti quasi 230 anni di carcere, lunedì in tribunale, per i 26 imputati della «setta delle bestie», il gruppo scoperto nel 2020 dalla polizia di Novara in un casolare di Cerano e in numerosi altri appartamenti del Nord Italia, dedito a pratiche sessuali estreme, anche con persone minorenni. Il pm Silvia Baglivo ha chiuso la sua requisitoria a distanza di oltre un anno dall’apertura del processo avvenuta nel febbraio 2023, un processo monco del protagonista principale, l’erborista Gianni Maria Guidi detto «Il dottore», morto lo scorso anno all’età di 79 anni: l’accusa ha chiesto pene da 7 a 18 anni a seconda della posizione del gruppo. La condanna più elevata è stata chiesta per le organizzatrici dell’associazione, due psicologhe e l’ex convivente di Guidi. Poi altre pene da 15, 12, 10, 9 e 7 anni per gli altri. Per le violenze sessuali più datate è stata domandata la prescrizione, visto il tempo trascorso (si parla di episodi precedenti al 2020). Rimane, per la procura, il reato più grave, ovvero l’associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù.
Secondo quanto ricostruito dalla polizia, Guidi era il capo indiscusso della setta. Assieme a lui c’erano reclutatori (l’adescamento delle ragazze avveniva in negozi, scuole di danza, studi di psicologhe in Lombardia), guardiani delle case, partecipi, organizzava incontri sessuali in vari immobili della setta, dalla «casina» e l’«hotel» nei boschi di Cerano fino ad appartamenti a Milano e nelle province di Pavia e Genova. In qualche caso si parla di vere e proprie torture fisiche e psicologiche, che tuttavia gli imputati negano su tutta la linea. L’hanno fatto intervenendo al processo. Loro hanno sempre sostenuto che si trattasse di feste e incontri conviviali e spirituali fra persone maggiorenni e pienamente consapevoli di ciò che andavano a fare. I loro difensori parleranno nel corso di altre udienze fissate nei mesi di settembre e ottobre. Poi la Corte d’Assise di Novara si prenderà un po’ di tempo per analizzare l’ingente materiale probatorio proposto nel corso delle diverse udienze: la sentenza dovrebbe arrivare prima di Natale-
A far partire l’inchiesta era stata la denuncia di una giovane, oggi 36enne, che dopo essere fuoriuscita ha seguito un percorso di recupero psicologico arrivando infine a raccontare quanto subito. Era entrata nella setta a 7 anni, accompagnata da una parente. Ora è costituita parte civile per chiedere un risarcimento del danno.