Rapinano il pusher-ladro puntandogli pistola alla tempia: condannati 4 spacciatori

I fatti al centro del giudizio, celebratosi con rito abbreviato, sono stati scoperti nell’ambito di una più vasta inchiesta partita due anni fa dopo la tortura e la morte di un pusher attivo nella zona di Pombia

Volevano vendicarsi del pusher che aveva rubato della droga, nascondendola al gruppo. Una sorta di spedizione punitiva maturata nel mondo dell’illecito gravitante nei boschi del Ticino al confine fra l’Ovest Ticino e l’area della Malpensa quella avvenuta il 2 maggio 2022 a Castelletto Ticino: dove uno degli spacciatori era stato raggiunto a casa da altri della banda, malmenato e minacciato perché a loro dire aveva rubato circa 50 grammi di cocaina, nascondendoli nel bosco. Per quell’aggressione violenta, il giovane marocchino A.B. è stato condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione, mentre i connazionali Y.F. e M.Y. hanno rimediato 2 anni e 8 mesi ciascuno, tutti per rapina. Il coimputato M.K., accusato solo di spaccio nei boschi di Divignano, ha patteggiato invece 2 anni e mezzo di reclusione. Sentenza di proscioglimento per irreperibilità, e quindi mancata conoscenza del processo in base alla legge Cartabia, per un quinto nordafricano, anche lui imputato solo per spaccio.

I fatti al centro del giudizio, celebratosi con rito abbreviato, sono stati scoperti nell’ambito di una più vasta inchiesta della polizia di Varese partita due anni fa dopo la tortura e la morte di un pusher attivo nella zona di Pombia, che voleva tradire il gruppo mettendosi in proprio. Il suo corpo era stato trasportato fino a Lonate Pozzolo e lì abbandonato in una piazzola di sosta, dove era stato trovato da un passante. Proprio la vittima dell’omicidio risalente al 6 maggio 2022, qualche giorno prima (il 2 maggio) si era reso protagonista della rapina a Castelletto assieme agli altri tre condannati: avevano fatto irruzione a casa di uno spacciatore, gli avevano messo un cuscino davanti al viso e puntato una pistola alla tempia. Poi gli avevano legato le mani e lo avevano malmenato, per scappare infine con 300 euro in contanti presi dal portafoglio. Successivamente erano andati in un bosco di Castelletto a recuperare la droga che il marocchino minacciato e aggredito aveva nascosto. I responsabili erano stati identificati soprattutto grazie al riconoscimento fotografico. Proprio l’identificazione è stata contestata dalle difese degli imputati: avevano chiesto l’assoluzione sostenendo che non vi fossero prove certe.

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

Condividi l'articolo

© 2020-2024 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Redazione

Redazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Rapinano il pusher-ladro puntandogli pistola alla tempia: condannati 4 spacciatori

I fatti al centro del giudizio, celebratosi con rito abbreviato, sono stati scoperti nell’ambito di una più vasta inchiesta partita due anni fa dopo la tortura e la morte di un pusher attivo nella zona di Pombia