“Muoio per te”, alla Negroni il libro dedicato a Matteotti

Incontro con l'autore Riccardo Nencini promosso dall'Istituto storico della Resistenza Piero Fornara

Nel 2024 si celebrano i 10 anni dall’omicidio di Giacomo Matteotti. Con il romanzo “Muoio per te”, lo scrittore Riccardo Nencini, fiorentino, senatore dal 2018 al 2022, traccia la figura del primo vero nemico di Mussolini, personaggio cruciale della politica nei primi anni del fascismo. Il volume sarà presentato venerdì 6 settembre alle 17.30 alla Biblioteca Negroni in un incontro promosso dall’Istituto storico della Resistenza Piero Fornara. L’autore dialogherà con la direttrice dell’Istituto, Elena Mastretta.

«Un romanzo che vede Matteotti protagonista insieme alla moglie Velia e ad altre celebri coppie della politica di quegli anni tormentati e cruciali – si legge nella sinossi -. È Velia, l’amatissima moglie, a rendere invulnerabile l’intransigenza morale di Giacomo Matteotti quando gli scrive: “Non ti è più concessa nessuna viltà, dovesse costarti la vita”. Una vita d’inferno, un amore sconfinato. Una vedova bianca che non condivide con lui la passione politica e tuttavia resta al suo fianco. Un altro grande di quegli anni, Antonio Gramsci, soffre per la lontananza da Giulia Schucht, che aspetta un figlio da lui. Antonio è a Roma, Giulia a Mosca. Anna Kuliscioff e Filippo Turati si scambiano consigli, idee, suggestioni sul dramma scatenato dall’assassinio di Matteotti, a seguito del quale la storia si inerpica lungo crinali imprevisti. Finalmente le opposizioni al fascismo condividono un percorso comune, il regime vacilla, tra giugno e dicembre Mussolini rischia davvero di cadere. E si affida al telefono per confessare le sue paure a Margherita Sarfatti. È solo, il volto di un pallore che acceca, per la prima volta nella sua vita sbanda, sbatte la testa come un metronomo sulla poltrona nell’ombra al piano nobile di palazzo Chigi. Non sa che è intercettato. Le donne che furono accanto ai protagonisti della storia che ha cambiato l’Italia sono state cancellate, dimenticate, eppure condivisero coi loro uomini una stagione drammatica. Soffrirono, amarono, suggerirono soluzioni, crebbero i figli. Quattro uomini, quattro donne, e poi Amendola, De Gasperi, Nenni, Einaudi, Gobetti, Rosselli, Togliatti. L’Italia fascista dei nonni, l’Italia repubblicana dei padri. L’Italia che ha disegnato anche il nostro carattere. Uomini e donne in carne e ossa che scelsero di stare fuori dal coro ripudiando facili strade in pianura pur sapendo di mettere a rischio la vita».

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