«Enterococchi intestinali nel torrente Vevera». L’allarme di Legambiente

Il risultato emerso alla foce del torrente ad Arona. Il vice presidente Signorelli: «Situazione inaccettabile»

Ad integrazione delle attività di monitoraggio scientifico dello stato ecologico degli immissari del Verbano, svolte dall’associazione ambientalista ad inizio luglio –   un’attività nell’ambito della campagna nazionale Goletta dei Laghi, in collaborazione con Arpa Piemonte –  il circolo territoriale  di Legambiente, nei giorni scorsi, ha effettuato alcuni ulteriori campionamenti microbiologici dei punti critici, tra i quali la foce del torrente Vevera ad Arona.

Il risultato emerso dalle analisi, svolte da un autorevole laboratorio certificato del territorio, ha confermato uno stato di forte inquinamento, registrando una presenza di enterococchi intestinali di 1.180 unità formanti colonie (UFC) per 100 ml., un dato oltre il doppio dei valori limite previsti della direttiva acque vigente in Italia.

Questo ulteriore riscontro negativo si aggiunge alle continue situazioni di forte criticità già registrate dai monitoraggi periodici effettuati dall’associazione ambientalista a partire dal 2009, che per il torrente Vevera hanno sempre confermato uno stato di forte inquinamento, fatta eccezione per l’anno 2023 con un temporaneo e limitato periodo di rientro nella norma.

RIEPILOGO RISULTATI DEI  MONITORAGGI MICROBIOLOGICI DI GOLETTA DEI LAGHI
ALLA FOCE DEL TORRENTE VEVERA AD ARONA

Tra gli immissari del Verbano piemontese e del Cusio che risultano inquinati (7 sui 15 monitorati nel 2024), la situazione della foce del torrente Vevera ad Arona è particolarmente problematica, poiché a poche decine di metri, sia a nord che a sud di dove si immettono le acque del lago, vi sono due spiagge pubbliche balneabili abbastanza frequentate, che inevitabilmente si trovano in una situazione a  forte rischio di inquinamento da liquami fognari. A conferma di queste specifiche criticità la spiaggia Lido di Arona, durante lo scorso mese di agosto, nel corso delle periodiche verifiche di Arpa Piemonte, i valori limite sono stati ampiamente superati, con la conseguente emissione di un’ordinanza di divieto di balneazione, poi revocata a seguito del rientro nella norma dei parametri, dopo l’ulteriore analisi  di appello entro le 72 ore. Situazioni similari su questa spiaggia si erano verificate anche negli anni 2020 e 2021, come riportato dai dati storici del bollettino balneazione di Arpa Piemonte. 

«La situazione di forte inquinamento alla foce del torrente Vevera ad Arona, come Legambiente la rileviamo tutti gli anni a partire dal 2009, salvo l’unico rientro nei parametri del  2023 – ha dichiarato Roberto Signorelli, vicepresidente del circolo territoriale di Legambiente Gli Amici del Lago -. Sia nell’ambito della campagna nazionale Goletta dei Laghi e anche da ulteriori analisi di approfondimento da noi svolte in altre occasioni. Dopo 15 anni di dati negativi quasi ininterrotti pensiamo che questa situazione sia ormai diventata inaccettabile per una località lacustre con ambizioni turistiche e con diverse aree di balneazione nel suo territorio».

«Dopo 15 anni di riscontri dei vari immissari a lago inquinati è evidente che l’ambiente e la tutela degli ecosistemi lacustri e fluviali non rientrano tra le priorità della politica amministrativa della città di Arona – ha aggiunto Massimiliano Caligara, presidente del circolo territoriale di Legambiente -. In rappresentanza della nostra associazione ambientalista partecipiamo a diversi tavoli di confronto e di collaborazione con l’Agenzia regionale di protezione ambientale, con la società di gestione del servizio idrico integrato (ANVCO)  e con Enti di ricerca e Università, sia per la gestione della depurazione e soprattutto per identificare soluzioni e buone pratiche replicabili di adattamento dei nostri territori lacustri agli effetti e alle conseguenze dei cambiamenti climatici. In questi ambiti territoriali porteremo le istanze della comunità locale per verificare la possibilità di trovare delle soluzioni praticabili per affrontare anche queste gravi situazioni di inquinamento microbiologico irrisolte, che sono  ormai diventate croniche». 

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«Enterococchi intestinali nel torrente Vevera». L’allarme di Legambiente

Il risultato emerso alla foce del torrente ad Arona. Il vice presidente Signorelli: «Situazione inaccettabile»

Ad integrazione delle attività di monitoraggio scientifico dello stato ecologico degli immissari del Verbano, svolte dall’associazione ambientalista ad inizio luglio -   un’attività nell’ambito della campagna nazionale Goletta dei Laghi, in collaborazione con Arpa Piemonte -  il circolo territoriale  di Legambiente, nei giorni scorsi, ha effettuato alcuni ulteriori campionamenti microbiologici dei punti critici, tra i quali la foce del torrente Vevera ad Arona.

Il risultato emerso dalle analisi, svolte da un autorevole laboratorio certificato del territorio, ha confermato uno stato di forte inquinamento, registrando una presenza di enterococchi intestinali di 1.180 unità formanti colonie (UFC) per 100 ml., un dato oltre il doppio dei valori limite previsti della direttiva acque vigente in Italia.

Questo ulteriore riscontro negativo si aggiunge alle continue situazioni di forte criticità già registrate dai monitoraggi periodici effettuati dall’associazione ambientalista a partire dal 2009, che per il torrente Vevera hanno sempre confermato uno stato di forte inquinamento, fatta eccezione per l’anno 2023 con un temporaneo e limitato periodo di rientro nella norma.

RIEPILOGO RISULTATI DEI  MONITORAGGI MICROBIOLOGICI DI GOLETTA DEI LAGHI
ALLA FOCE DEL TORRENTE VEVERA AD ARONA

Tra gli immissari del Verbano piemontese e del Cusio che risultano inquinati (7 sui 15 monitorati nel 2024), la situazione della foce del torrente Vevera ad Arona è particolarmente problematica, poiché a poche decine di metri, sia a nord che a sud di dove si immettono le acque del lago, vi sono due spiagge pubbliche balneabili abbastanza frequentate, che inevitabilmente si trovano in una situazione a  forte rischio di inquinamento da liquami fognari. A conferma di queste specifiche criticità la spiaggia Lido di Arona, durante lo scorso mese di agosto, nel corso delle periodiche verifiche di Arpa Piemonte, i valori limite sono stati ampiamente superati, con la conseguente emissione di un’ordinanza di divieto di balneazione, poi revocata a seguito del rientro nella norma dei parametri, dopo l’ulteriore analisi  di appello entro le 72 ore. Situazioni similari su questa spiaggia si erano verificate anche negli anni 2020 e 2021, come riportato dai dati storici del bollettino balneazione di Arpa Piemonte. 

«La situazione di forte inquinamento alla foce del torrente Vevera ad Arona, come Legambiente la rileviamo tutti gli anni a partire dal 2009, salvo l’unico rientro nei parametri del  2023 - ha dichiarato Roberto Signorelli, vicepresidente del circolo territoriale di Legambiente Gli Amici del Lago -. Sia nell’ambito della campagna nazionale Goletta dei Laghi e anche da ulteriori analisi di approfondimento da noi svolte in altre occasioni. Dopo 15 anni di dati negativi quasi ininterrotti pensiamo che questa situazione sia ormai diventata inaccettabile per una località lacustre con ambizioni turistiche e con diverse aree di balneazione nel suo territorio».

«Dopo 15 anni di riscontri dei vari immissari a lago inquinati è evidente che l’ambiente e la tutela degli ecosistemi lacustri e fluviali non rientrano tra le priorità della politica amministrativa della città di Arona - ha aggiunto Massimiliano Caligara, presidente del circolo territoriale di Legambiente -. In rappresentanza della nostra associazione ambientalista partecipiamo a diversi tavoli di confronto e di collaborazione con l’Agenzia regionale di protezione ambientale, con la società di gestione del servizio idrico integrato (ANVCO)  e con Enti di ricerca e Università, sia per la gestione della depurazione e soprattutto per identificare soluzioni e buone pratiche replicabili di adattamento dei nostri territori lacustri agli effetti e alle conseguenze dei cambiamenti climatici. In questi ambiti territoriali porteremo le istanze della comunità locale per verificare la possibilità di trovare delle soluzioni praticabili per affrontare anche queste gravi situazioni di inquinamento microbiologico irrisolte, che sono  ormai diventate croniche». 

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