La Igor c’é. Almeno questa Igor di inizio preparazione, con diverse assenze non di poco conto, nel primo test di un certo rilievo come il quadrangolare valevole per la “Courmayeur Cup”. Le ragazze di Lorenzo Bernardi (foto Santi) hanno infatti ceduto 3-1 di fronte alla solita Imoco Conegliano, ma lottando gagliardamente fino all’ultimo pallone. Il rammarico maggiore è quello che dopo essere state avanti in più di un’occasione nel quarto set (8-3, 16-12 e 21-20), Bosio e compagne, in una frazione poi risulta ai vantaggi, non sono state capaci di sfruttare qualcosa come 5 set point per andare al tie-break. La solita Conegliano, pur sbagliando anche lei non poco, alla fine è riuscita a chiudere i conti 32-34.
A ranghi, come detto, forzatamente ridotti, la Igor è partita (e poi giocato per tutto il match) con Bosio in palleggio e Tolok opposto; Squarcini e Aleksic centrali, Alsmeier e Ishikawa bande e De Nardi libero. Ceduta la prima frazione 20-25, le azzurre si sono rifatte nella seconda 25-18. Imoco ancora avanti grazie al 21-25 nel terzo, per poi chiudere – come detto – 32-34. A livello individuale si segnalano i 26 punti di Tolok (con 2 ace, ma anche 9 errori in battuta, il 48% in attacco e 2 muri). In casa novarese ha funzionato particolamente il muro: ben 11 quelli vincenti (4 a testa per Aleksic e Squarcini) contro i 5 delle “pantere”. A fare la differenza gli errori: 15 in attacco e 21 in battuta per Novara contro i 9 e 5 delle campionesse d’Italia.
Nel dopo gara con un sorriso coach Bernardi ha parlato di «una “bella” sconfitta. Le ragazze sono state brave, hanno fatto tante cose positive, soprattutto su quelle su cui stiamo lavorando tanto in base anche al numero delle giocatrici che abbiamo al momento a disposizione».
«Penso che per il momento in cui siamo e per la situazione in cui ci troviamo, non di qualità ma dal punto di vista numerico, sono molto soddisfatto». Il tecnico ha poi fatto un piccolo bilancio di queste settimane di lavoro: «Le ragazze si applicano, si impegnano. Hanno capito la situazione in cui siamo. Sanno soffrire nei momenti in cui ci sarebbe bisogno di qualche cosa in più ma riescono a tenere botta».
Poi ha puntualizzato: «Dobbiamo partire da una base dove una palleggiatrice come Bosio non ha mai giocato in precedenza con nessuna di quelle in campo. Per trovare l’intesa giusta ci vuole tempo e pazienza, ma penso che il lavoro che è stato fatto, nelle tre settimane prima che arrivassi io e poi dopo, stanno dando dei buonissimi risultati. Il bello deve ancora venire, ma sicuramente se il buon giorno si vede dal mattino questa è una squadra che sicuramente sa lottare».