«L’emergenza abitativa a Novara non riguarda solo chi è in lista d’attesa per un alloggio popolare, ma anche chi cerca una casa in affitto e non riesce a trovarla perchè il mercato è saturo. Con l’arrivo di Silicon Box, da questo punto di vista sarà anche peggio. Due tipologie di emergenze da non confondere, che viaggiano sue due binari paralleli».
A parlare è Domenica Macrì, segretaria di Sunia Cgil Novara e Vco, la principale organizzazione sindacale degli inquilini privati e degli assegnatari di edilizia pubblica. «Nell’ultimo bando di casa popolare del 2022, risultano essere 934 le famiglie che hanno chiesto una casa popolare – prosegue -. A oggi sono state esaminate 175 domande e solo 102 sono risultate idonee ad avere un alloggio popolare. Quelli a disposizione sono pochi: è necessario un piano casa strutturale che possa progredire al numero degli alloggi nel territorio. Dai dati he ci sono stati forniti, attualmente sono circa 2500, molti demoliti per essere ricostruiti con i fondi del Pnrr, altri che necessitano di manutenzione e riqualificazione. Questo però non basta».
Macrì punta il dito contro le istituzioni: «Atc dice di non disporre di finanze sufficienti da investire sulle manutenzioni e riqualificazioni e l’amministrazione comunale non ha ancora elaborato piani utili per risolvere o attenuare questo fenomeno».
La segretaria parla anche delle due ultime leggi di Bilancio: «Il Governo Meloni non ha rifinanziato né il Fondo per l’affitto né il Fondo per la morosità incolpevole, e anche nel recente Piano strutturale di bilancio 2025-2029 non c’è nessuna per questa situazione che è priorità».
Altro aspetto affrontato dal sindacato è quello dell’emergenza affitti: «L’apertura di Silicon Box a Novara porterà senz’altro posti di lavori, ma anche la necessità di trovare una sistemazione a 1600 persone che per la maggior parte arriverà da fuori territorio. Il prossimo 9 ottobre abbiamo in programma un incontro con il sindaco Canelli per una prima discussione. Noi abbiamo alcune proposte da condividere circa l’impiego di struttura da riconvertire in abitazioni, ma per fare questo servono anche investimenti pubblici. Siamo in trattativa anche con l’associazione proprietari di case per rinnovare gli accordi estendendo le agevolazioni a chi affitta non solo in città, ma anche a tutta la provincia, in modo da favorire chi tiene chiusi i propri appartamenti, timoroso di non avere il giusto ritorno dall’investimento locativo. Il territorio dovrà essere messo nelle condizioni di cambiare in funzione dei nuovi lavoratori che arriveranno».