Aggressione e molestie a due escort: confermati 10 anni per il giovane di Momo

Il trentenne aveva contattato le due donne su un sito e dopo averle incontrate le aveva molestate e aggredite

Dieci anni di carcere. La Corte d’Appello di Torino ha confermato la condanna inflitta lo scorso anno a Novara nei confronti del ventenne di Momo accusato di tentato omicidio e violenza sessuale: aveva contattato le due escort su un sito in incontri e, dopo averle portate in luoghi appartati, una l’aveva molestata, pur avendo lei manifestato contrarietà ad andare avanti, l’altra l’aveva aggredita violentemente stringendole le mani al collo quasi a soffocarla, tant’è che la ragazza era svenuta. Inutile il tentativo della difesa di ottenere una riqualificazione del reato in quello meno grave di lesioni personali. Confermati anche i risarcimenti dei danni per le due vittime, parti civili al giudizio.

Si tratta di fatti avvenuti il 13 gennaio del 2021 a Momo. In base a quanto denunciato dalle due professioniste del sesso, e poi ricostruito dai carabinieri che avevano raccolto la loro testimonianza, un ragazzo aveva contattato una trentenne romena su un sito di incontri erotici. Le aveva chiesto un appuntamento per consumare il rapporto, dicendo che era pronto a pagare perfino più soldi di quelli indicati sull’annuncio purchè lei si presentasse con abbigliamento eccitante. I due avevano lasciato il luogo concordato e si erano diretti alla palestra comunale di Momo.

Mentre lei si stava svestendo, lui le era saltato addosso cercando di strozzarla. Aveva stretto così forte le mani che la giovane era perfino svenuta. Era andata in ospedale, da dove era stato poi dimessa con una prognosi di un mese per ecchimosi e contusioni, perfino la rottura di capillari all’occhio. Grazie alla sua denuncia, e a quella di un’altra escort, una dominicana con cui c’era stato un incontro molesto il giorno precedente, e che aveva fornito i messaggi scambiati col cliente, si era arrivati a identificare il presunto responsabile, che all’epoca era stato arrestato e ha trascorso un periodo ai domiciliari in custodia cautelare. Ora attende a piede libero che si completi l’iter giudiziario relativo al suo caso. Scontato il ricorso in Cassazione.

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Aggressione e molestie a due escort: confermati 10 anni per il giovane di Momo

Il trentenne aveva contattato le due donne su un sito e dopo averle incontrate le aveva molestate e aggredite

Dieci anni di carcere. La Corte d’Appello di Torino ha confermato la condanna inflitta lo scorso anno a Novara nei confronti del ventenne di Momo accusato di tentato omicidio e violenza sessuale: aveva contattato le due escort su un sito in incontri e, dopo averle portate in luoghi appartati, una l’aveva molestata, pur avendo lei manifestato contrarietà ad andare avanti, l’altra l’aveva aggredita violentemente stringendole le mani al collo quasi a soffocarla, tant’è che la ragazza era svenuta. Inutile il tentativo della difesa di ottenere una riqualificazione del reato in quello meno grave di lesioni personali. Confermati anche i risarcimenti dei danni per le due vittime, parti civili al giudizio.

Si tratta di fatti avvenuti il 13 gennaio del 2021 a Momo. In base a quanto denunciato dalle due professioniste del sesso, e poi ricostruito dai carabinieri che avevano raccolto la loro testimonianza, un ragazzo aveva contattato una trentenne romena su un sito di incontri erotici. Le aveva chiesto un appuntamento per consumare il rapporto, dicendo che era pronto a pagare perfino più soldi di quelli indicati sull’annuncio purchè lei si presentasse con abbigliamento eccitante. I due avevano lasciato il luogo concordato e si erano diretti alla palestra comunale di Momo.

Mentre lei si stava svestendo, lui le era saltato addosso cercando di strozzarla. Aveva stretto così forte le mani che la giovane era perfino svenuta. Era andata in ospedale, da dove era stato poi dimessa con una prognosi di un mese per ecchimosi e contusioni, perfino la rottura di capillari all’occhio. Grazie alla sua denuncia, e a quella di un’altra escort, una dominicana con cui c’era stato un incontro molesto il giorno precedente, e che aveva fornito i messaggi scambiati col cliente, si era arrivati a identificare il presunto responsabile, che all’epoca era stato arrestato e ha trascorso un periodo ai domiciliari in custodia cautelare. Ora attende a piede libero che si completi l’iter giudiziario relativo al suo caso. Scontato il ricorso in Cassazione.

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