Magistratura e politica oggi 

Non si capisce molto dello scontro fra Governo e giudici senza ricostruire i rapporti tormentati fra potere esecutivo e potere giudiziario negli ultimi trent’anni. Al Governo a polemizzare con i giudici c’è il ministro Nordio che, prima di essere eletto parlamentare e poi assurgere a ministro della Giustizia, per più di 40 anni ha fatto il pm a Venezia. Si tratta quindi di una persona che ha inquisito i politici senza tanti complimenti.

Giudice da sempre, Nordio è diventato il beniamino della destra perché a suo tempo ha indagato i vertici dell’allora Pci per vicende di tangenti e finanziamenti illeciti, quindi indagando i politici, ma soprattutto quelli di sinistra che, secondo la destra, avrebbero goduto di un trattamento di favore da parte dei giudici.

La vicenda  di questi giorni è quella degli immigrati irregolari che, trasferiti nel centro, appena quasi ultimato in Albania, hanno visto la loro detenzione non confermata dai giudici della sezione immigrazione secondo cui non provengono da Paesi sicuri e quindi non possono essere rimpatriati, in particolare, in Egitto e in Bangladesh.

Egitto e Bangladesh sono paesi sicuri? Dipende. Certo in Egitto ogni anno centinaia di migliaia di italiani vi si recano per turismo, proprio perché ritengono di non correre rischi e anche il Bangladesh oggi è governato da un Premio Nobel di sinistra. 

Certo, un conto è vivere in Egitto da egiziano e un altro andarci da turista, un conto è fare il premier e un altro essere un povero. 

Si tratta di una questione difficile e opinabile, chi deve decidere se bisogna rimpatriare una persona in un Paese ritenuto sicuro e se questo Paese è sicuro? 

Il Governo dice che lo deve decidere il Governo ma i magistrati non negano questo potere, il problema è che senza un decreto legge chiaro, che forse sarà fatto, per stilare la lista dei Paesi sicuri, la scelta era affidata in esclusiva ai giudici che l’hanno esercitata. In pratica se i giudici si sono presi più potere è perché è stato lasciato loro. 

Così è in generale: quando i giudici interpretano a modo loro una legge è perché questa legge non è abbastanza chiara e precisa da essere interpretata nel modo in cui il  legislatore che l’ha scritta vorrebbe.

Allora perché tutto questo can-can: basta riscrivere o scrivere bene il decreto e il problema si risolve. É evidente che nella maggioranza di centrodestra c’è una gara , una forte concorrenza fra chi si dimostra più intransigente nel gestire il problema dell’immigrazione: dopo il processo di Palermo in cui Salvini viene processato, sulla base dell’accusa di aver assunto decisioni non previste dalle regole attuali, anche Meloni non può permettersi di apparire debole su questo terreno.

Piu che giustizia effettivamente è politica e non la fanno i giudici ma, giustamente, i politici.

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Pier Luigi Tolardo

Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Non si capisce molto dello scontro fra Governo e giudici senza ricostruire i rapporti tormentati fra potere esecutivo e potere giudiziario negli ultimi trent’anni. Al Governo a polemizzare con i giudici c’è il ministro Nordio che, prima di essere eletto parlamentare e poi assurgere a ministro della Giustizia, per più di 40 anni ha fatto il pm a Venezia. Si tratta quindi di una persona che ha inquisito i politici senza tanti complimenti.

Giudice da sempre, Nordio è diventato il beniamino della destra perché a suo tempo ha indagato i vertici dell’allora Pci per vicende di tangenti e finanziamenti illeciti, quindi indagando i politici, ma soprattutto quelli di sinistra che, secondo la destra, avrebbero goduto di un trattamento di favore da parte dei giudici.

La vicenda  di questi giorni è quella degli immigrati irregolari che, trasferiti nel centro, appena quasi ultimato in Albania, hanno visto la loro detenzione non confermata dai giudici della sezione immigrazione secondo cui non provengono da Paesi sicuri e quindi non possono essere rimpatriati, in particolare, in Egitto e in Bangladesh.

Egitto e Bangladesh sono paesi sicuri? Dipende. Certo in Egitto ogni anno centinaia di migliaia di italiani vi si recano per turismo, proprio perché ritengono di non correre rischi e anche il Bangladesh oggi è governato da un Premio Nobel di sinistra. 

Certo, un conto è vivere in Egitto da egiziano e un altro andarci da turista, un conto è fare il premier e un altro essere un povero. 

Si tratta di una questione difficile e opinabile, chi deve decidere se bisogna rimpatriare una persona in un Paese ritenuto sicuro e se questo Paese è sicuro? 

Il Governo dice che lo deve decidere il Governo ma i magistrati non negano questo potere, il problema è che senza un decreto legge chiaro, che forse sarà fatto, per stilare la lista dei Paesi sicuri, la scelta era affidata in esclusiva ai giudici che l’hanno esercitata. In pratica se i giudici si sono presi più potere è perché è stato lasciato loro. 

Così è in generale: quando i giudici interpretano a modo loro una legge è perché questa legge non è abbastanza chiara e precisa da essere interpretata nel modo in cui il  legislatore che l’ha scritta vorrebbe.

Allora perché tutto questo can-can: basta riscrivere o scrivere bene il decreto e il problema si risolve. É evidente che nella maggioranza di centrodestra c’è una gara , una forte concorrenza fra chi si dimostra più intransigente nel gestire il problema dell'immigrazione: dopo il processo di Palermo in cui Salvini viene processato, sulla base dell’accusa di aver assunto decisioni non previste dalle regole attuali, anche Meloni non può permettersi di apparire debole su questo terreno.

Piu che giustizia effettivamente è politica e non la fanno i giudici ma, giustamente, i politici.

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